Toscanini il furioso disse no a Mussolini: «Giovinezza, mai»

di VITTORIO EMILIANI Il giovane direttore ferma le prove con un colpo secco di bacchetta sul leggio e, rivolto a un violoncellista piuttosto scarso gli intima perentorio: «Lei domani porti una sega,...
Di Vittorio Emiliani

di VITTORIO EMILIANI

Il giovane direttore ferma le prove con un colpo secco di bacchetta sul leggio e, rivolto a un violoncellista piuttosto scarso gli intima perentorio: «Lei domani porti una sega, almeno taglierà un po' di legna». Arturo Toscanini ha appena 22 anni. Pochi mesi prima a Rio de Janeiro, dov'è andato come primo violoncello, è stato sospinto a forza sul podio dai suoi compagni al posto di un direttore "protestato" e ha diretto benissimo "Aida" melodramma assai complesso. Anche adesso esegue "Aida" al Teatro Sociale di Voghera con un'orchestra formata in parte da colleghi del Conservatorio di Parma dove si è diplomato e in parte da amatori locali fra i quali lo sventurato violoncellista. A forza di prove e di sfuriate ne uscirà una esecuzione memorabile, che gli spiana la strada per Torino dove dirigerà moltissimo dando vita alle prime stagioni sinfoniche stabili e dove la Rai gli ha dedicato il proprio rinnovato Auditorium.

Molti decenni dopo, a New York, non è meno esigente, meno "furioso" con la splendida orchestra creata per lui dalla Nbc. «Siete pesanti come dei carri, questo non è Verdi». Poi in un inglese: «I like Mozart, I like Beethoven, but Verdi is Verdi». Coi cantanti che predilige a volte è sarcastico: «Alzati e canta, sei seduta sulla parte migliore di te stessa», intima a Zinka Milanov star del Met. Eppure il grande Arturo è molto sensibile al fascino femminile. È nato nel quartiere operaio di Parma, l'Oltretorrente, 150 anni fa, figlio di un sarto, Claudio, corista al Regio, ma soprattutto garibaldino "militante" : quando il Generale chiama, parte. «Sono figlio di una notte tempestosa - raccontava ridendo - mio padre il giorno dopo partiva per Bezzecca. Sono nato nel 1867, nove mesi dopo...».

Carattere tempestoso. Ma direttore musicalmente colto, preparatissimo, capace di "asciugare" le partiture più enfatiche e di dare l'intonazione a tenori e soprani. Sempre umile però: per la "prima" dell'Otello di Verdi, suona in orchestra per "capire meglio". Risulta eccellente sia nell'amato conterraneo Verdi sia nella "nuova musica" di Richard Wagner di cui è uno dei primi diffusori in Italia, alla Scala in specie dove debutta ancora assai giovane. Sarà il primo e, a lungo, unico italiano invitato dagli eredi di Wagner a Bayreuth. Trasforma anche pagine un po' volgari in musiche raffinate.

Alla Scala attua grandi modernizzazioni, collaborando attivamente con Giulio Gatti Casazza ex impresario. Svecchia il repertorio e le abitudini teatrali. Coi sindaci socialisti Caldara e Filippetti trasforma la Scala da teatro coi palchettisti privati a teatro pubblico, impone orari severi (alle 20, non un minuto di più), niente più luci accese per compiacere le dive, niente bis e persino niente più cappelli piumati per le signore (assorbono il suono). Ritroverà Gatti Casazza a New York e anche il Met ne uscirà rinnovato.

Arturo Toscanini, vero patriota, quando nel 1915 l'Italia entra in guerra, per due anni dirige, gratis, bande militari in zone di guerra. Nel 1919 è attratto dal listone populista di Mussolini che prevede l'abolizione della monarchia e del Senato Regio. Ma quando Mussolini disvela il suo vero volto, ne diviene irriducibile avversario cominciando col rifiutarsi di dirigere "Giovinezza" anche a regime consolidato. Nel 1925 deve eseguire alla Scala "Turandot" l'opera postuma di Puccini, grande amico, e Mussolini lo convoca a Roma chiedendogli di eseguire "Giovinezza". Il maestro tace fissando un punto del soffitto e all'ultimatum risponde secco "No" e se ne va. Nel 1931 viene aggredito a Bologna mentre arriva al Comunale per un concerto. Non dirigerà più in Italia. Quando Hitler va al potere, rinuncia a dirigere a Bayreuth e quando si annette l'Austria non partecipa più al Festival di Salisburgo. Va invece in Palestina a dirigere la prima orchestra della futura Israele e il ras Roberto Farinacci gli dà del "giudeo onorario". Gli creano un festival a Lucerna per poterlo sentire in Europa. Durante la guerra firma i più forti manifesti contro il fascismo e contro i Savoia dopo la fuga a Pescara. Esegue (guardatela su You Tube) l'Internazionale alla Carnegie Hall, richiestagli dall'anarchico Armando Borghi, da lui sempre aiutato.

Raccoglierà copiosi fondi americani per ricostruire la Scala dove dirigerà nel 1946 il primo concerto con Renata Tebaldi, 24 anni. Su quel teatro, dopo il 25 luglio 1943, erano comparsi grandi striscioni con W Toscanini! W l'Italia Libera! Aveva tenuto sempre esemplarmente dritta la schiena e l'Italia migliore lo ricompensava.

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