Tutta Alice Munro, per uscirne vivi. Dalla vita

Anna Siccardi ha già scritto per il teatro e per il cinema. A sua firma da pochi giorni in libreria il suo primo romanzo, “La parola magica” (NN Editore). Lo sfondo è quello di una Milano senza tempo in cui sette personaggi attraversano dodici storie, affacciandosi ognuno alla vita dell’altro. Il passato li ha traditi in maniera sbadata e casuale, e ora tentano di riparare il giocattolo rotto che è la loro esistenza. I demoni con cui fanno i conti sono alcol, serie tv, droghe, relazioni sbagliate e illusioni. “La parola magica” intreccia storie di uomini e donne che si inseguono e si perdono come i personaggi di “America oggi”. Con un tocco ironico e surreale, l’autrice mette le relazioni sotto la lente dei desideri e delle passioni, mostra come la felicità si nasconda nel saper accettare e perdonare le cose della vita, lasciandole finalmente andare. Un romanzo per chi vede i suoi ricordi come un puzzle a cui manca una tessera, per chi preferisce i dialoghi immaginari a quelli reali, per chi crede nel potere magico di certe parole, e per chi cerca una guida per affrontare il buio e lanciarsi nel vuoto, come un trapezista sicuro di trovare una mano ad afferrarlo. Il suo consiglio: «A chi ama leggere, ma soprattutto a chi ama scrivere, consiglio l’intera opera di Alice Munro. “Uscirne vivi” (Einaudi) è la sua ultima raccolta, il cui titolo originale, “Dear Life”, è già di per sé un prodigio semantico: è l’incipit di una lettera alla vita, ma anche un modo di dire che potrebbe tradursi con salvare la pelle. Ed è così che Munro intende la scrittura: un modo, l’unico per lei, di attraversare l’esistenza. In questi 14 racconti Munro torna ai suoi temi: i rapporti familiari, le ribellioni silenti delle sue donne, l’indifferenza della natura, gli effetti magici che possono nascere da gesti distratti. Ed è proprio qui che Munro affronta il tema dell’autobiografia, dichiarando che vi si trovano “le prime e le ultime cose – e le più private – che ho da dire sulla mia vita”. Una dichiarazione spiazzante per chi, come me, ha sempre sentito una tale verità grondare dalle sue opere, fin dalle prime, da sembrare tutte ferocemente autobiografiche». —

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