Una banda di cattivissimi disabili con Santamaria e D’Amore

Il Papero (Claudio Santamaria) non ha le gambe, Ballerina (Sara Serraiocco) non ha le braccia e fa tutto con i piedi, dal make up al sesso, Plissé (Simoncino Martucci) è un nano rapper e Giorgio...
Una foto di scena di 'Brutti e cattivi' di Cosimo Gomez in concorso ad Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, 7 settembre 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Una foto di scena di 'Brutti e cattivi' di Cosimo Gomez in concorso ad Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, 7 settembre 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Il Papero (Claudio Santamaria) non ha le gambe, Ballerina (Sara Serraiocco) non ha le braccia e fa tutto con i piedi, dal make up al sesso, Plissé (Simoncino Martucci) è un nano rapper e Giorgio Armani detto il Merda (Marco D'Amore) è un rasta strafatto di marijuana. Una corte dei miracoli così al cinema non si era mai vista, un gruppo di disabili che una volta tanto non fanno pena per niente. Sull'onda lunga di “Smetto quando voglio” e “Lo chiamavano Jeeg Robot”, arriva la dark comedy più politicamente scorretta degli ultimi anni: “Brutti e cattivi”, l'ottimo esordio di Cosimo Gomez, in concorso a Orizzonti ieri a Venezia 74, in sala dal 19 ottobre. Il gruppo diventa banda quando decide di smetterla con l'elemosina fuori della chiesa facendo pietà alle persone e di fare i soldi veri rapinando una banca. «Cattivi, avidi, spietati anche i disabili sono come noi - scherza Gomez che con il soggetto di “Brutti e cattivi “aveva vinto il Solinas nel 2012 - in genere verso di loro abbiamo pietismo, magari pure falso, un sentimento che loro tra l'altro detestano. L'idea di partenza è stata questa banda di disabili cattivissimi». I 'nostri eroi’, come li chiama il regista, «lottano come tutti per la propria felicità, in questo caso legata all'avidità personale. Insomma che siano disabili è un dato ma non un intralcio».


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