Il fallimento Colombin davanti al giudice: udienza preliminare per undici imputati

La richiesta di rinvio a giudizio sarà vagliata dal gup il 6 febbraio. Sotto la lente le cause del dissesto della società. La storica azienda triestina era stata dichiarata fallita nel 2020

L’esterno dell’azienda Colombin & Figlio di via Cosulich, dichiarata fallita nel 2020 e oggetto di un’inchiesta giudiziaria per distrazione di fondi e banca rotta
L’esterno dell’azienda Colombin & Figlio di via Cosulich, dichiarata fallita nel 2020 e oggetto di un’inchiesta giudiziaria per distrazione di fondi e banca rotta

È stata fissata per il prossimo 6 febbraio l’udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Maddalena Chergia per undici persone, tutte imputate nel procedimento penale che ruota intorno al caso Colombin & Figlio spa, la storica azienda triestina dichiarata fallita con sentenza del 22 settembre 2020.

Si tratta di Roberto Bergamo, Stefano Pistilli, Salvatore Tuttolomando, Andrea Causin, Joram Bassan, Rahhal e Tariq Boulgoute, Alessandro Monti, Giovanni Luca Felli, Domenico D’Agostino e Aurelio Cimmino. Spetterà al Gup decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio o se pronunciare una sentenza di non luogo a procedere. La vicenda è complessa, con l’ombra di consulenze sospette, dubbie fideiussioni, faccendieri e atti distrattivi.

L’inchiesta

A innescare l’inchiesta giudiziaria nel 2020 erano state prima le denunce del collegio sindacale della Colombin & Figlio spa. Poi l’avvocato Pasquale Giordano, ex componente del cda della storica società di tappi triestina aveva fatto denuncia in Procura.

Così erano scattati gli accertamenti finanziari da parte della Guardia di finanza e la successiva richiesta di fallimento avanzata dalla Procura. Con un contestuale provvedimento di sequestro degli immobili disposto dal Tribunale su sollecitazione dei pm Federico Frezza, anche in quel periodo procuratore facente funzioni, e di Chergia.

L’operazione

L’operazione che ha fatto saltare sulla sedia gli inquirenti porta la data del 2 marzo 2020. Allora la Colombin & Figlio spa sottoscrisse un preliminare di vendita degli immobili (valore 8,5 milioni di euro) in favore del fondo inglese Gepro Investments Partners Ltd. Un contratto nel quale il curatore fallimentare della Colombin & Figlio spa, il commercialista Mario Giamporcaro, registra «rilevanti anomalie», così viene indicato nei sui accertamenti.

Il trasferimento della proprietà – due terreni dove si estendeva la fabbrica e dove una volta operava la Veneziani – al fondo inglese avvenne infatti immediatamente, senza la previsione di un acconto, ma con il rilascio di una fideiussione a garanzia del pagamento in cui compare una banca di Cipro del Nord. Una fideiussione che – stando agli atti giudiziari – «si è rivelata falsa».

A quel contratto di compravendita, nel giugno dello stesso anno, a poche ore dall’istanza di ammissione al concordato, fece seguito un contratto di affitto di azienda che la spa aveva stipulato con la Colombin 1984 srl. Questo senza che – almeno stando alle indagini – venisse però mai versato un canone. In quella situazione già ingarbugliata, nel corso dell’operazione di compravendita che aveva coinvolto la Gepro, era spuntato pure un versamento di 170 mila euro a una società di mediazione, la Consultrade: un servizio di mediazione che però secondo l’accusa non sarebbe mai stato prestato.

Il procedimento

La richiesta di rinvio a giudizio firmata da Maddalena Chergia porta la data del 14 giugno scorso. Gli indagati, a vario titolo, avrebbero cagionato, o concorso a cagionare, il dissesto della società. Bergamo, in qualità allora di amministratore delegato della Colombin & Figlio, Pistilli legale rappresentate della Gepro e Tuttolomondo «quale amministratore di fatto di tale società ed artefice dell’intera operazione», si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, «compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a distrarre beni sociali, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla loro volontà».

Per Bassan, che è stato anche vice presidente della Colombin &figlio spa, il pm chiede il rinvio a giudizio perché «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, quale legale rappresentante di Goodman’s srl, presentava domande di ammissione al passivo del fallimento Colombin per crediti falsamente simulati».

Bergamo è difeso dall’avvocato Gigliola Bridda, Tuttolomondo dal legale Francesca Pitingolo del Foro di Roma, Bassan dall’avvocato Giovanni Borgna. Causin ha affidato la difesa all’avvocato Alessandro Rampinelli del Foro di Venezia, Pistrilli a Giampiero Ghelardini del Foro di Roma. Tariq Boulgoute, Felli e Cimmino hanno scelto l’avvocato Silvano Poli, Monti a Federico Fischer, mentre D’Agostino e Rahhal Bougoute rispettivamente ai legali Loredana Carrillo, Pietro Martino, entrambe del Foro di Roma. —

 

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