Arbore, 'Mettetevi comodi' un invito alla vita

(di Laura Valentini) (ANSA) - ROMA, 26 DIC - "Il titolo del libro, 'Mettetevi Comodi", è già un invito alla vita: rallentate, sorridete, fatevi sorprendere. Perché, in fondo, come scritto nella prefazione del libro uno che ha visto gli Ufo, ha vissuto di musica, ha sondato l'inconsueto qualcosa da raccontare ce l'ha". Parola di Renzo Arbore, l'autore e regista, show man e inventore di programmi che hanno fatto la storia di radio e tv (da Bandiera gialla, a Alto gradimento, a l'Altra domenica, Quelli della notte e Indietro tutta ma la lista è davvero lunghissima) che intervistato da Andrea Scarpa firma questo libro che ripercorre la sua carriera lungo oltre sessant'anni, dalla prima fascinazione per la musica napoletana ascoltata nella natia Foggia dai muratori impegnati nella ricostruzione del dopoguerra, al jazz suonato per gli americani nei locali più all'avanguardia. "'Mettetevi comodi' - afferma ancora Arbore - è un viaggio nella memoria, che non è nostalgia ma swing del cervello. Con Andrea Scarpa ci siamo fatti domande vere, senza trucco e senza parrucco (scherzo!). Dentro c'è il pubblico e il privato, la radio di notte e la tv che non dormiva mai. Ci sono gli incontri, gli amici, gli amori e le follie ben riuscite. E anche quei ragazzi che ho avuto la fortuna di incrociare e lanciare, da Benigni a Frassica". Ai lettori Arbore augura "un Natale così: curioso, ironico, umano. E, mi raccomando, comodi". La parola passa a Andrea Scarpa, storica firma del servizio Spettacoli del quotidiano il Messaggero che spiega come è nato il libro-intervista edito da Fuoriscena: "Nel corso degli anni, seguendo il settore degli spettacoli, avevo intervistato Renzo molte volte. Avevo anche pubblicato un libro sulla Rai: lui lo lesse e, quando il mio editore mi chiese di scriverne un altro, pensai subito a lui. All'inizio rifiutò: 'Ma che devo dire? Ho già fatto tante cose'. Poi accettò, quando gli proposi di lavorare su un doppio binario: da una parte le sue grandi passioni, dall'altra i suoi 'luoghi del cuore', tra Foggia, Napoli, Roma e il mondo. Renzo, infatti, ha viaggiato moltissimo e, con una vita così piena, il racconto è andato avanti quasi naturalmente". Nella parte introduttiva del libro, già in ristampa, viene spiegato il meccanismo: non è una lunga chiacchierata né segue un ordine cronologico. "Ho usato invece la provocazione del 'vaso di vetro' di Raffaella Carrà: io comincio a pescare domande. La chiave del libro è proprio questa alternanza continua, in cui si parla di tutto, passando dal pubblico al privato" afferma Scarpa. "Tutto nasce dalla formazione a Foggia, con gli amici con cui è cresciuto, e poi dagli anni da studente a Napoli, dove in sette anni ha sviluppato un amore viscerale per la canzone napoletana e per il jazz". Non solo. Scarpa mette l'accento sulla valenza di innovatore di Arbore: "ha fatto il primo talk, le prime telefonate in diretta, è stato un precursore su moltissimi fronti. È stato amico di Benigni, Fellini, De Crescenzo e di tanti altri, tutti citati nel libro attraverso episodi straordinari. Ci sono Fellini e Monicelli, e tante storie sorprendenti come quando Renzo incontra Andreotti vestito da cowboy in una festa data dall'ambasciatore americano dell'epoca a Villa Taverna. Oppure Craxi che gli propone di fare il sindaco di Napoli e lui che si veste da donna. Nel suo primo film di Renzo, Il Pap'occhio, uscito nel 1980, fece un cameo anche Martin Scorsese, che allora era il marito di Isabella Rossellini ed era già l'autore di film come Taxi Driver". Poi l'approccio del tutto personale alla televisione dove rifiutava di replicare formule di successo: "gli hanno offerto compensi di tutti i tipi ma non ha mai fatto il bis, quando funzionava una formula lui automaticamente faceva altro". Così Indietro tutta, per lui il programma perfetto e un successo clamoroso: "poi - racconta - 'ho capito che c'era un po' di stanchezza e ho chiuso i battenti due mesi prima'". Ci sono anche tanti viaggi in giro per il mondo: Arbore ha fatto 1600 concerti con l'Orchestra italiana "un'orchestra stabile che ha continuato a suonare per 30 anni, un'impresa". Per l'intervista alla base del libro "abbiamo cominciato a incontrarci nei primi giorni di aprile e siamo andati avanti fino a fine agosto. In questo modo - sottolinea il giornalista - è venuta fuori non solo tutta la carriera, ma soprattutto la persona. Anche i momenti bui: il rimpianto di non aver messo su famiglia, di non aver capito che Mariangela Melato era la donna della sua vita, i momenti negativi durante il lockdown. È un passaggio molto onesto, perché nella vita basta un attimo - una 'sliding door' - e tutto cambia". Due episodi in particolare lo dimostrano. Il primo riguarda la malattia del padre: "Lui chiede a Boncompagni se conosce un medico che possa curarlo, ne trova uno che segue da vicino il padre e fa il possibile per alleviare il percorso della malattia ma scoppia lo scandalo della P2 e si scopre che quel medico era un reclutatore di Gelli. Renzo racconta che, in quel momento psicologico difficile, se qualcuno gli avesse parlato di un circolo o di un'associazione di cui facevano parte anche altri suoi amici, magari per gratitudine avrebbe potuto fare la più grande sciocchezza della sua vita". Oppure "c'è il caso clamoroso per cui avrebbe potuto fare la fine di Enzo Tortora, dieci anni prima. Nel 1973 era socio di un ristorante ai Parioli. A un certo punto sparisce un cameriere, figlio di un consigliere di Stato. Il pm inizia a fare collegamenti e l'attenzione si concentra anche su Renzo, che quella sera però era a casa a guardare Sanremo. Per fortuna il giudice Imposimato non concede al pm il permesso di andare avanti con le indagini". Due anni dopo si scoprirà che il cameriere era stato ucciso da due balordi, uno dei quali aveva agito per gelosia. (ANSA).
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