Associazioni a Mattarella, no emendamenti caccia in manovra

(ANSA) - ROMA, 29 OTT - "La riforma della caccia proposta attraverso la legge di Bilancio è iniziativa clamorosa e gravissima. Presidente, la fermi". È l'appello che 55 associazioni, si legge in una nota Lipu, hanno trasmesso, con una lettera urgente, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, denunciando le manovre di corridoio tra governo e maggioranza atte a sbloccare la riforma della caccia attraverso lo strumento, assolutamente improprio, della legge di bilancio. "Componenti della maggioranza - scrivono le associazioni nella lettera - in un'operazione verosimilmente concordata con il governo, intendono inserire nella legge di Bilancio, sotto forma di emendamenti, alcuni stralci del Disegno di legge AS 1552 sulla deregulation della caccia, in discussione al Senato. Gli emendamenti - dice la lettera - che attengono materie delicatissime sotto il profilo della protezione degli animali selvatici e la conservazione della biodiversità, prevedono tra le altre cose la caccia agli uccelli durante la migrazione preriproduttiva e la cattura dei piccoli uccelli selvatici ai fini di richiamo vivo. Si tratta di violazioni gravi della Direttiva Uccelli". EMBED START Image {id: "editor_0"} EMBED END Image {id: "editor_0"} A questi elementi - scrivono le associazioni - di evidente gravità, si aggiunge non soltanto il contrasto con l'articolo 9 della Costituzione italiana come è stato novellato, con l'inserimento della biodiversità e della sua tutela tra i principi nobili della Repubblica, ma il ricorso alla Legge di Bilancio per norme che nulla hanno a che fare con la materia economica e finanziaria che attiene questa legge. "Un sistema - aggiungono le associazioni - al quale l'attuale maggioranza parlamentare è già ricorsa in occasione dell'approvazione della Legge di Bilancio 2023, all'interno della quale furono inseriti emendamenti di modifica della Legge quadro sulla tutela della fauna selvatica e l'organizzazione dell'attività venatoria. Un'iniziativa che ha peraltro determinato un danno concreto con l'apertura a carico dell'Italia della procedura d'infrazione. "È per queste ragioni - concludono le associazioni - che ci rivolgiamo a Lei, signor Presidente, garante della Costituzione e delle regole della democrazia". (ANSA).
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