Cannes fronte in prima linea contro i dazi di Trump

Apertura calda con De Niro, tema protezionismo scuote industria

(ANSA) - ROMA, 06 MAG - Il festival di Cannes è alle porte, comincia il 13 maggio e subito si arriva al punto. Nella serata di apertura della 78/a edizione (13-24 maggio) con Juliette Binoche presidente, la Palma d'oro onoraria verrà consegnata a Robert De Niro, leggenda del cinema ma anche una delle star più ferocemente critiche verso il presidente Donald Trump. Gli annunci protezionistici del tycoon su Hollywood con i dazi al 100% su tutti i film che arrivano in America e che sono prodotti in paesi stranieri, stanno scuotendo il sistema industriale globale del cinema e saranno un tema centrale a Cannes. Il Marché dei film è da sempre il punto d'incontro tra le produzioni per la distribuzione ma anche per la realizzazione dei progetti: la tagliola dell'amministrazione americana di far tornare i set a Hollywood non va d'accordo con il business che vede da decenni ciak dove è conveniente girare (gli istituti delle film commission in Italia come nel mondo sono nati anche per quello) e che nel tempo sono diventati sempre più alchemici puzzle di partner finanziatori. Insomma l'uscita di Trump il 5 maggio è una doccia fredda per il mercato di Cannes alle porte. Robert De Niro, che ha definito - senza se e senza ma - Trump come incarnazione del "male assoluto" sarà in silenzio sulla Croisette? E celebrarlo non è un atto politico? "Non è il Festival di Cannes a essere politico, sono gli artisti", dice all'Afp il delegato generale Thierry Frémaux. "Quando ci sono, noi siamo con loro". E le altre grandi star americane presenti al festival, da Tom Cruise a Nicole Kidman, avranno il coraggio di parlare? Sorprese anti trumpiane potrebbero arrivare anche da un altro americano che non le manda a dire: Spike Lee, fuori concorso con 'Highest 2 Lowest'. Un effetto in atto è già comunque una certa spaccatura, al di là degli schieramenti politici: la Dga (il sindacato dei registi americani) appoggia i dazi trumpiani, suscitando a sua volta lo "sconcerto" di un collettivo di importanti registi francesi, come Jacques Audiard, Palma d'Oro a Cannes nel 2015. (ANSA).

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