Consulta 'boccia' Umbria su risorse trasferite da sanità ad Arpa

(ANSA) - ROMA, 16 OTT - La Corte costituzionale, con la sentenza numero 150, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di due disposizioni della Regione Umbria che avevano consentito, nell'esercizio finanziario 2023, di disporre il trasferimento di 14.213.516,19 euro a valere su risorse del Fondo sanitario regionale, per sostenere in via generale e indistinta lo svolgimento delle funzioni assegnate alla locale Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa). Il verdetto è stato emesso a seguito del ricorso inoltrato alla Corte costituzionale dai magistrati contabili della Corte dei conti dell' Umbria. La Corte costituzionale, nel richiamare le considerazioni già svolte nella sentenza numero 1 del 2024, ha ribadito che l'articolo 20 del decreto legislativo numero 118 del 2011 "richiede alle regioni di garantire, nell'ambito del bilancio, un'esatta perimetrazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento del loro servizio sanitario". "Ha, quindi, rilevato che le disposizioni di legge della Regione Umbria oggetto di censura", da parte della Corte dei conti, "avevano assegnato risorse all'ARPA in maniera indiscriminata, senza distinguere tra quelle sanitarie - e, al loro interno, quelle necessarie a garantire le prestazioni afferenti ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) - e quelle destinate a prestazioni dell'Agenzia di natura non sanitaria, come tali non finanziabili attraverso il Fondo sanitario regionale". "Dunque, le disposizioni della Regione Umbria censurate hanno violato l'articolo 20 del decreto legislativo numero 118 del 2011 e, per suo tramite, la competenza legislativa esclusiva attribuita allo Stato dall'articolo 117, secondo comma, lettera e) della Costituzione, in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici", conclude il comunicato della Consulta. (ANSA).
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