Cormorani killer di pesci, nel lago i coccodrilli finti

Dall'Abruzzo parte un progetto di ricerca, raccolta fondi per sostenerlo

(di Lorenzo Dolce) (ANSA) - PESCARA, 13 DIC - Coccodrilli in un laghetto per tutelare i pesci dagli attacchi dei cormorani: succede a Montesilvano, al Sakura Lake, ma non si tratta di veri alligatori, bensì di una riproduzione con motore finalizzata a testare un sistema di dissuasione. L'iniziativa è dell'associazione 'Nuovo Saline', che ha lanciato il progetto di ricerca Cormoshield, "il primo in Europa nel suo genere". Appurato che l'uccisione dei cormorani non rappresenta una soluzione, lo scopo del progetto è trovare una soluzione che consenta di allontanarli. L'idea, infatti, è quella di studiare un sistema di dissuasione che non disturbi le altre specie aviarie, che sia in linea con la normativa del settore, ecocompatibile e gestibile da chiunque, anche da chi non ha competenze di tipo zoologico. Gli esperti dell'associazione hanno studiato quali sono, nei loro paesi di origine, i predatori dei volatili e proprio per questo si è scelto di partire con gli alligatori. Anche se, in realtà, i coccodrilli rappresentano solo il 5% dei sistemi che verranno testati e valutati nell'ambito del progetto. Le riproduzioni sono realizzate in vetroresina e sono dotate di motore - lo stesso usato sulle barche giocattolo - per consentire il nuoto radiocomandato. Ora si inizierà a studiare e a raccogliere i dati sugli effetti. La dissuasione dei cormorani, infatti, non è semplice: si stima che tali sistemi, vista l'intelligenza dell'uccello acquatico, abbiano una durata di 48 ore, perché poi gli esemplari si rendono conto che non c'è un vero pericolo. L'idea è quindi quella di usare decine di sistemi diversi da alternare. Per portare avanti il progetto di ricerca Cormoshield, che al momento è nella fase embrionale, l'associazione ha lanciato una raccolta fondi. Se il progetto dovesse dare i risultati sperati, i sistemi di dissuasione potrebbero diventare un punto di riferimento in laghi e fiumi a livello internazionale. "La grande voracità del cormorano e la spiccata predilezione per i bacini di allevamento del pesce - spiega il tecnico ambientale Gianluca Milillo, presidente di Nuovo Saline - ha giustificato in passato una forte pressione venatoria che, anziché limitare questa specie, non ha fatto altro che amplificarne la struttura. La colonizzazione in Europa, in particolare in Italia, è stata quindi graduale e le popolazioni attualmente sono in fortissimo incremento. La sua capacità predatoria sta portando danni per milioni di euro al comparto delle riserve ittiche, laghi di pesca sportiva, allevamenti e riserve naturalistiche. Lo scopo del progetto è creare strumenti in grado di ingenerare uno stato di paura che possa allontanare i cormorani da zone sensibili". (ANSA).

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