Imputato omicidio risponde al telefono, sarà rinviato a giudizio

Nel 2010 ragazza uccisa, procedimento fermo per dubbi notifica

(ANSA) - MACERATA, 05 NOV - Per dissipare il dubbio sull'avvenuta notifica che bloccava da tempo il procedimento, il giudice propone in udienza preliminare di chiamare al telefono in Bangladesh l'imputato per l'omicidio dell'ex fidanzatina all'epoca non ancora 15enne, avvenuto nel 2010; dopo un paio di tentativi, grazie ad un interprete, l'interessato risponde e conferma di aver ricevuto a suo tempo l'avviso di chiusura indagini tramite l'ambasciata italiana. A 15 anni di distanza dal delitto della giovane di origine bengalese Cameyi Mosammet, scomparsa da Ancona il 29 maggio 2010 e uccisa a Porto Recanati (Macerata), il procedimento a carico di Kazi Monir, 35 anni, potrebbe essere a una svolta: l'11 novembre il gup di Macerata Giovanni Maria Manzoni potrebbe deciderne il rinvio a giudizio dopo aver valutato i presupposti della notifica acclarata in modo insolito. Da circa quattro anni il procedimento era in una sorta di stand by: c'era stato un rinvio a giudizio ma il processo in Corte d'Assise era tornato in udienza preliminare proprio a causa dei dubbi sull'avvenuta notifica. Ancora più rocambolesche erano state le vicende dell'inchiesta con i resti della vittima ritrovati solo nel 2018 - poi identificati solo grazie ad un dente ancora integro - in un terreno vicino ad un casolare limitrofo al condominio multietnico Hotel House, durante alcuni servizi di controllo della Finanza nella zona. Il giorno del delitto, che si sarebbe consumato proprio dentro l'Hotel House, Kazi Monir, allora 20enne, raggiunse ad Ancona Cameyi, che non andò a scuola, e insieme tornarono in treno a Porto Recanati, poi lei scomparve. Il giovane venne indagato per sequestro di persona ma l'inchiesta fu archiviata fino al ritrovamento dei resti che porto alla riapertura del caso. Nel frattempo il 35enne tornò in Bangladesh. Ora il gup potrebbe rinviarlo a giudizio grazie alla telefonata al cellulare che, dopo un primo tentativo della cancelliera, è stata fatta materialmente dall'avvocato Vanni Vecchioli, parte civile per la famiglia della vittima insieme all'avvocato Luca Sartini. Difensore di Kazi è, invece, il legale Marco Zallocco. (ANSA).

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