In un 'basso' di Napoli una zecca clandestina, 40 condanne

(ANSA) - NAPOLI, 05 GIU - Sono accusati di aver allestito, in un 'basso' di Napoli, un centro di smistamento di banconote contraffatte per un giro d'affari complessivo di 6 milioni di euro: l'anno scorso i carabinieri del nucleo antifalsificazione monetaria li hanno scoperti e, ora, sono arrivate le condanne. Il processo si è svolto con il giudizio abbreviato davanti al gip, che ha inflitto un totale di 138 anni di carcere a 40 imputati. Disposta anche la confisca e la distruzione di tutte le monete contraffatte recuperate dagli investigatori. I falsari furono sottoposti a vari tipi di misure cautelari l'8 aprile 2024 nell'ambito dell'inchiesta "Partenope", coordinata dalla Dda di Napoli. Al termine delle indagini dei carabinieri del nucleo antifalsificazione monetaria di Napoli, il gip emise un'ordinanza a carico di 63 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla vendita di valuta in Euro contraffatta e in due casi anche di tentata estorsione. Un arresto venne compiuto anche in Francia. In 48 finirono in carcere, 14 ai domiciliari e per uno venne disposto il divieto di dimora a Napoli. Secondo quanto accertato dai carabinieri - attraverso pedinamenti, servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche e ambientali - la principale base di spaccio di banconote false era localizzata nel quartiere Mercato/Pendino: il 'basso' non era solo il centro logistico del gruppo, ma fungeva anche da rivendita degli euro contraffatti. Ulteriori riscontri si sono avuti in seguito a diverse operazioni che hanno portato al sequestro di denaro contraffatto e ad alcuni arresti in flagranza di acquirenti delle banconote (sette, tra cui tre cittadini francesi presi mentre stavano rientrando nel loro Paese). Le indagini hanno anche consentito di accertare che, all'interno del gruppo criminale, i compiti erano ben diversificati: c'erano il capo, gli organizzatori, i custodi, i corrieri, le vedette e perfino l'addetto alle pulizie del basso. Il gip, nella sentenza, ha escluso la circostanza aggravante dell'aver agito agevolando l'attività del clan camorristico "Mazzarella", egemone nel centro di Napoli. (ANSA).
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