Pride Milano 'genocidio a Gaza', Comunità ebraica non sfilerà

Davide Romano, parola sbagliata che aizza l'antisemitismo

(ANSA) - MILANO, 27 GIU - La comunità ebraica di Milano quest'anno non sarà in piazza per il Pride che si terrà domani pomeriggio, perché in dissenso sull'uso del termine genocidio per descrivere quanto accade in Palestina. "Purtroppo quest'anno per la prima volta nella mia vita non potrò partecipare al Pride di Milano con i miei amici perché si autorizza l'uso di termini che mettono a rischio di aggressioni la comunità ebraica - ha spiegato in una nota il direttore del Museo della Brigata ebraica di Milano Davide Romano -, ed in particolare gli ebrei Lgbti. Sono recenti le contestazioni a Keshet Europe, associazione che raggruppa ebrei Lgbti europei, a Roma contro cui hanno gridato 'assassini' e 'terroristi', così come il rifiuto alla partecipazione di Keshet Italia, sezione italiana di Keshet Europe, con le bandiere arcobaleno con la stella ebraica da parte del Toscana Pride". Secondo Romano "è assurdo che proprio chi giustamente presta molta attenzione alle parole che generano violenza, non si preoccupi di usare un termine grave come 'genocidio' - rimarca -. Una parola che notoriamente aizza l'antisemitismo che va a colpire tutti i cittadini italiani di religione ebraica". Il documento politico del Pride milanese parla infatti di "genocidio documentato perpetrato dal governo israeliano in Palestina". "Sono il primo a essere solidale con tutte le vittime innocenti di Gaza. Ma l'utilizzo del termine genocidio è pericoloso, oltre che menzognero - conclude -. Mi spiace, non possiamo partecipare a un Pride che fa proprio il linguaggio dei violenti e di chi perseguita le minoranze". (ANSA).

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