Procura Taranto autorizza lavori ad altoforno sequestrato

In caso di inibizione ministro Urso paventava "nuova Bagnoli'

(ANSA) - TARANTO, 11 MAG - Il pm della Procura di Taranto Francesco Ciardo ha autorizzato Acciaierie d'Italia a procedere ai lavori di messa in sicurezza dell'altoforno 1 dello stabilimento di Taranto, posto sotto sequestro probatorio senza facoltà d'uso dopo il grave incendio del 7 maggio scorso causato dallo scoppio di una tubiera. Ieri a Taranto il ministro delle imprese e made in Italy Adolfo Urso aveva affermato che l'eventuale divieto alla manutenzione degli impianti avrebbe compromesso per sempre il ripristino dell'altoforno e che il sito di Taranto rischierebbe di diventare una "nuova Bagnoli", riferendosi all'impianto Italsider chiuso nel 1992. Peraltro, il sequestro non ha solo conseguenze produttive, ma incide sulle trattative per la vendita dell'ex Ilva agli azeri di Baku Steel e, secondo quanto ammesso dallo stesso ministro, potrebbe "scoraggiare gli investitori". Nell'ambito dell'inchiesta della procura sono indagati tre dirigenti di Acciaierie d'Italia in As: il direttore generale Maurizio Saitta, il direttore dello stabilimento, Benedetto Valli, e il direttore dell'area altiforni, Arcangelo De Biasi. I reati ipotizzati sono omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e getto pericoloso di cose. A uno degli indagati è contestata anche la mancata comunicazione in base alla legge Seveso sull'incidente rilevante. A invocare chiarezza sull'incidente sono le organizzazioni sindacali. Per Acciaierie d'Italia in as "nessun operatore è rimasto coinvolto". Il sindacato Lmo (Lavoratori metalmeccanici organizzati) chiede all'azienda "se è vero che alcuni lavoratori si sarebbero lanciati nella vasca loppa per sfuggire all'incendio". (ANSA).

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