Scoperte due fabbriche clandestine di sigarette nel Lazio

Indagine della Procura Europea, stabilimenti a Pomezia e Ferentino

(ANSA) - PALERMO, 18 DIC - I finanzieri del comando Provinciale Palermo, con i colleghi di Roma e Frosinone, hanno scoperto due stabilimenti per la lavorazione e lo stoccaggio di tabacco di contrabbando e produzioni illegali di sigarette a Pomezia (Roma) e Ferentino (Frosinone) L'organizzazione aveva realizzato due linee di produzione su larga scala dotate di tutte le attrezzature e i macchinari necessari. Un magazzino era destinato allo stoccaggio del prodotto finito. Oltre 2 milioni di euro il valore degli impianti, in grado di produrre, ogni giorno, circa 4 milioni di sigarette. Negli stabilimenti realizzati in un'area di circa 4 mila metri quadrati sono stati trovati e sottoposti a sequestro 27 tonnellate di sigarette, 19 tonnellate di tabacco, 134 bancali di precursori, tra cui materiali per il confezionamento dei pacchetti di sigarette con i loghi di rinomate case di produzione (Marlboro, Rothmans, Camel e Winston) e 4 autoarticolati utilizzati per i trasporti. L'inchiesta è stata coordinata dalla Procura Eueropea. Nella lavorazione erano coinvolti sette bulgari e ucraini tutti denunciati per detenzione di tabacchi lavorati di contrabbando e contraffazione marchi. Gli uomini impiegati nella produzione utilizzavano anche mezzi di bonifica per tutelare la merce destinata agli stabilimenti illegali, in particolare dispositivi jammer e rilevatori di frequenze per inibire le comunicazioni radio e per individuare eventuali apparecchiature di localizzazione satellitare installate dalle forze dell'ordine. "Per riuscire a individuare i luoghi è stata necessaria un'attività di monitoraggio - spiegano gli investigatori - che si è avvalsa dei sistemi di videosorveglianza e di prolungati servizi di appostamento e di pedinamento, nonché dell'impiego di droni". Le sigarette sottoposte a sequestro, se immesse sul mercato, avrebbero comportato un mancato introito di 7,4 milioni di euro per le casse dello Stato e dell'Unione Europea (in termini di accise e di Iva evasa). Il profitto al giorno è stato quantificati dai militari in 700 mila euro, in un anno oltre 240 milioni di euro, per un danno alle finanze pubbliche di circa 160 milioni di euro. (ANSA).

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