'Telefoni cellulari e droga nel carcere minorile di Nisida'

(ANSA) - NAPOLI, 05 MAG - Nuovo ritrovamento di telefoni cellulari e stupefacenti all'interno dell'Istituto penale per minorenni di Nisida. Lo rende noto il Sindacato autonomo Polizia penitenziaria, per voce di Federico Costigliola, responsabile Sappe della Campania per il settore minorile: "Nella mattinata di venerdì, nel corso di una perquisizione ordinaria, è stato rinvenuto un microtelefono occultato all'interno di un televisore. Sembrerebbe che il possessore fosse un detenuto straniero maggiorenne. Nella serata di sabato, a seguito di un'attenta operazione di osservazione, gli agenti di Polizia Penitenziaria sono riusciti ad intercettare il passaggio di una busta tra una cella e l'altra del secondo reparto primo piano tra detenuti italiani minorenni e nella busta era occultato un leggero quantitativo di sostanza stupefacente". "In entrambi gli episodi, si evidenzia l'ottimo lavoro del personale di polizia penitenziaria in servizio che con enorme professionalità è riuscito ancora una volta a rivendicare la presenza dello stato in Istituto. Grazie alla professionalità di tutto il personale coinvolto le operazioni si sono svolte in sicurezza", conclude il sindacalista. "La Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nel contrasto di questo nuovo fronte di illegalità, che sta iniziando a creare grosse ed evidenti difficoltà al sistema, specie in quello minorile", denuncia il segretario generale del Sappe Donato Capece: "A questo hanno portato gli anni passati di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati 'a pioggia' come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni, con maggiorenni ristretti in strutture per minori". Sono sempre più frequenti gli episodi i ritrovamenti di telefoni cellulari e droga all'interno delle carceri, grazie al lavoro della Polizia Penitenziaria che opera con pochi mezzi e scarse risorse umane". "E' sempre più sentita - conclude Capece - l'esigenza di schermare gli istituti penitenziari della Nazione per evitare che i telefoni cellulari che vengono introdotti e detenuti illegalmente possano funzionare, come invece avviene oggi. Riteniamo che sia l'unica forma di prevenzione possibile, atteso che l'introduzione di uno specifico reato nel Codice penale non ha sortito gli effetti sperati". (ANSA).
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