Tra le macerie del sisma, un cammino che diventa fumetto

L'esperienza di Valerio Barchi, a piedi da Fabriano all'Aquila

(di Fabio Iuliano) (ANSA) - L'AQUILA, 18 SET - Case puntellate, bar riaperti tra mille difficoltà, vallate che si spalancano dopo salite verticali, piazze svuotate dal silenzio. Per 14 giorni e 257 chilometri il fumettista romano Valerio Barchi ha camminato lungo il 'Cammino nelle Terre Mutate', il tracciato che attraversa i paesi e le città devastate dal terremoto, da Fabriano fino all'Aquila, due delle città-simbolo della devastazione. Domani arriverà finalmente nel capoluogo abruzzese, al termine di un'esperienza destinata a diventare fumetto nel 2026, in coincidenza con il decennale del sisma del Centro Italia. Un taccuino di schizzi, l'app Wikiloc sempre attiva e scarpe consumate dal dislivello hanno accompagnato l'autore in un itinerario che unisce comunità e paesi feriti dalle scosse. "Camminando cerco di non avere aspettative - racconta - mi lascio sorprendere da paesaggi e incontri. Poi, piano piano, le scene si compongono e diventano storia". Partito da Fabriano, l'artista ha toccato Castelluccio di Norcia, Arquata del Tronto, Accumoli e Amatrice, con una media di venti chilometri al giorno. Prima di entrare all'Aquila, passerà attraverso la frazione Collebrincioni, l'ultima sosta prima della meta. Aveva messo nello zaino anche gli 'strumenti del mestiere' - gli acquerelli -, ma già dalla seconda tappa ha dovuto scegliere: "O i disegni o il ginocchio". L'ingombro si è fatto sentire, costringendolo a rinunciare e a rimandare i colori a dopo, limitandosi ad appunti e schizzi rapidi da trasformare in tavole una volta rientrato. Tra i luoghi che lo hanno colpito di più c'è Amatrice, la città del reatino scomparsa sotto le scosse del 2016. Da un lato le macerie ancora a terra, dall'altro la forza di piccole comunità e associazioni che tengono accesa la speranza. "È come brace sotto la cenere - osserva -, la vita che continua nonostante tutto". Le soste diventano momenti di ascolto: a Matelica, Camerino, Norcia, fino alle terre più colpite del reatino. Storie raccolte senza un copione scritto in anticipo, ma con l'attenzione di chi cammina per guardare e capire. "Alla fine dovrò trovare un filo conduttore. Magari arriverà proprio nell'ultima tappa, entrando all'Aquila", spiega. Nato a Roma nel 1985, Barchi ha vissuto per quattordici anni all'estero: postino in Olanda, cameriere a Istanbul, artista di strada a Taiwan. Tornato in Italia ha scelto l'acquerello come linguaggio per raccontare i viaggi. Ha firmato lavori come 'Ginostra', 'Bona Via!', 'Fogarina', 'Fango' e 'Agata fuori le mura'. Non è la prima volta che trasforma un cammino in fumetto: era già accaduto con la Via Francigena, raccontata in tavole che univano storia, incontri e paesaggi ('Bona Via!' appunto). Questa volta la sfida legata al Cammino è nata in un laboratorio universitario dedicato alla progettazione sociale, che già dall'inizio aveva messo al centro la memoria delle comunità terremotate. "Del terremoto dell'Aquila so poco perché all'epoca ero in India - ammette Barchi -. So della Casa dello Studente, dei crolli, della basilica, ma non di come il sisma abbia segnato la vita quotidiana negli anni successivi. Sono qui per capirlo". Per guardare con i propri occhi e disegnare con le proprie dita. (ANSA).

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