Protesi d’anca: tornare a muoversi senza dolore

Le strutture sanitarie del Policlinico Triestino sono un punto di riferimento indiscusso ormai da molti anni in una gamma vastissima di patologie che si verificano a tutte le età: dalla prima infanzia fino all’età adulta e matura.
Tra le patologie più ricorrenti in una popolazione la cui età media tende a crescere ci sono quelle che interessano le articolazioni. E tra queste quella dell’anca è una delle più diffuse.
Ogni anno in Italia infatti si eseguono oltre centomila interventi di protesi d’anca. Dietro a questi numeri ci sono persone che cercano sollievo da un dolore cronico, vogliono tornare a camminare senza difficoltà, riprendere le proprie attività quotidiane, riconquistare l’autonomia perduta.

L’intervento chirurgico come soluzione concreta
Quando le terapie mediche, fisioterapiche o infiltrative non risultano più efficaci l’intervento chirurgico rappresenta oggi una soluzione concreta.
«L’artroprotesi d’anca – spiega il dr. Mauro Di Leo, responsabile dell’U.O. di Ortopedia della casa di cura Salus di Trieste – è una procedura sicura, ben standardizzata e in grado di offrire benefici evidenti: riduzione del dolore, miglioramento della mobilità, un ritorno alla normalità».
L’intervento consiste nella sostituzione dell’articolazione danneggiata con una protesi artificiale, generalmente composta da componenti in metallo, ceramica o materiali polimerici altamente biocompatibili. L’obiettivo è restituire mobilità e funzionalità, eliminando il dolore causato da patologie come l’artrosi dell’anca, l’osteonecrosi, le fratture del collo femorale o le displasie congenite.

Alla casa di cura Salus di Trieste le tecniche più avanzate
Uno degli aspetti più dibattuti negli ultimi anni riguarda la scelta della via di accesso all’articolazione. Le tecniche principali sono tre: anteriore, laterale e postero-laterale. Non esiste un metodo universalmente migliore: la letteratura concorda sul fatto che dopo un paio di mesi dall’intervento i risultati sono sovrapponibili e che a fare la differenza non sia la tecnica in sé, ma l’esperienza del chirurgo. «La scelta della via chirurgica ideale dipende da molti fattori – prosegue il dr. Andrea Maggi, chirurgo ortopedico con esperienza quarantennale e con all’attivo ormai migliaia di interventi protesici. – L’importante è che ogni caso venga valutato con attenzione, caso per caso, e gestito da un’équipe preparata».
E tuttavia tra le metodiche più diffuse negli ultimi anni, quella con accesso anteriore diretto si è affermata per i suoi vantaggi in termini di recupero. Per molti pazienti, significa tornare a camminare, senza dolore, in tempi molto rapidi, addirittura affrontando i primi passi già a 24 ore dall’intervento.

Le protesi e la riabilitazione
Presso la Casa di Cura Salus di Trieste vengono utilizzate protesi di dimensioni possibilmente ridotte e di ultima generazione e strumentazioni dedicate che, grazie anche allo studio radiologico computerizzato pre-operatorio, aumentano la precisione del gesto chirurgico, indirizzando su forma e tipo di protesi da impiantare.
Il successo dell’intervento, ad ogni modo, non si esaurisce nella sala operatoria. Fondamentale è anche la fase di riabilitazione e il Policlinico Triestino, grazie ai professionisti che operano nelle sue strutture (la Casa di Cura Salus per l’attività chirurgica e la Casa di Cura Pineta del Carso per il percorso riabilitativo) è da tempo impegnato nella diffusione e nell’applicazione delle tecniche più aggiornate. Un impegno che si traduce in percorsi di cura personalizzati e multidisciplinari, con l’obiettivo di restituire a ciascuno libertà di movimento e qualità della vita.

L’importanza della diagnostica: stefano smania nuovo responsabile del settore in friulmedica
Per la prevenzione, la diagnosi e la cura le attività di diagnostica, una delle specialità del Gruppo Policlinico Triestino, attraverso strutture come Friulmedica, diventano strategiche. Un approccio scientifico-sanitario ma anche tecnico e organizzativo carico di responsabilità.
Dal 1° gennaio 2026 la guida della Diagnostica per Immagini di Friulmedica passerà dal dr. Luigi Vito Lombardo al dr. Stefano Smania. Un avvicendamento che rappresenta non soltanto un naturale passaggio di testimone, ma anche l’occasione per confermare e rafforzare un modello operativo fondato sulla qualità professionale, sull’attenzione alla persona e sulla vicinanza al territorio.

Il dr. Stefano Smania, radiologo con oltre vent’anni di esperienza clinica, porta con sé un percorso caratterizzato da competenza, ricerca continua e una profonda sensibilità nell’accompagnare i pazienti nel loro iter diagnostico.
«Friulmedica Codroipo ha saputo ritagliarsi un ruolo strategico all’interno del sistema sanitario regionale – ha detto il dr Smania. - La nostra responsabilità sarà quella di consolidare questo patrimonio, rafforzando la fiducia dei cittadini e garantendo efficienza, precisione diagnostica e ascolto dei bisogni individuali».
Accanto alla componente umana, Friulmedica si distingue per una dotazione tecnologica avanzata che permette di eseguire esami accurati e tempestivi: ecografie multidistrettuali, TAC anche con mezzo di contrasto, risonanza magnetica dedicata allo studio articolare e della colonna, radiologia tradizionale, mammografia, densitometria ossea (DEXA) e diagnostica odontoiatrica e maxillofacciale con Cone Beam 3D. Strumenti moderni, ma sempre messi al servizio di un percorso clinico che privilegia sicurezza, chiarezza e accompagnamento.
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