Rientro a scuola, stangata in arrivo: cresce ancora il costo dei libri di testo
Nel 2025 gli incrementi si sono adeguati a quelli dell’inflazione. Lo scorso anno spesi 800 euro a studente per il “back to school”

I libri con edizioni che cambiano, magari solo per qualche pagina diversa, la cartoleria a costi sempre più alti: il back to school ogni anno è all'insegna della stangata e dei rincari. Non farà eccezione il prossimo settembre: chi riempirà il carrello per il rientro tra i banchi dovrà sostenere un aumento dei prezzi sia per tutto quello che riguarda zaini e cartoleria ma anche per i libri di testo.
Secondo l’Associazione Italiana Editori (Aie), sulla base dei prezzi di listino forniti dagli editori e trasmessi al Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’aumento medio dei prezzi dei libri di testo nel 2025 è dell’1,7% per la scuola secondaria di primo grado e dell’1,8% per la scuola secondaria di secondo grado, in linea con l’inflazione (1,7% a maggio su base annua, stima preliminare di Istat).
Come funziona il listino prezzi
I prezzi dei libri di testo scolastici restano bloccati per tutto l’anno e sono stabiliti con largo anticipo. Gli editori definiscono i listini a gennaio di ogni anno, trasmettendoli ad AIE stessa, che li condivide poi con il Ministero dell’Istruzione e con le segreterie scolastiche. Una volta stabiliti, i prezzi non possono più essere modificati, né aumentati, durante l’anno scolastico.
Nel dibattito annuale sul costo del materiale scolastico, l’associazione degli editori interviene per fare chiarezza anche sui numeri. Tra maggio 2021 e maggio 2024, l’inflazione è cresciuta del 14,7%, mentre i prezzi dei libri di testo sono aumentati del 7,5% nella scuola secondaria di primo grado (le medie) e dell’8,2% nella secondaria di secondo grado (le superiori), cioè meno della metà rispetto all’inflazione.
«Negli ultimi cinque anni – spiega Giorgio Riva, presidente del gruppo Educativo di Aie – gli editori hanno fatto la loro parte, limitando gli aumenti nonostante i costi in crescita. Il rialzo dei prezzi non ha compensato l’impennata inflattiva. È un contributo concreto per non gravare ulteriormente sulle famiglie».
Ma secondo l’Aie, il contenimento dei prezzi da solo non basta. Servono misure strutturali, a partire da una detrazione fiscale per l’acquisto dei libri, simile a quella già esistente per le spese sanitarie, sportive o per gli animali domestici. Accanto a ciò, è fondamentale rendere più efficiente e tempestiva l’erogazione degli aiuti pubblici per le famiglie in povertà assoluta, perché i fondi stanziati arrivino davvero ai beneficiari e lo facciano in tempi compatibili con l’inizio dell’anno scolastico. «Solo così – conclude Riva – si può garantire un diritto allo studio realmente accessibile per tutte e tutti».
Ottocento euro per studente
Al momento non è ancora possibile fare un calcolo delle spese ma basta vedere quello dello scorso anno per arricciare un po’ il naso. Per l’anno scolastico 2024/25 per ogni studente ha dovuto sborsare in media quasi ottocento euro per l’acquisto dei libri di testo, in netto aumento rispetto all’anno precedente.
Insomma, anche se il Ministero dell’Istruzione ha congelato il costo massimo della dotazione libraria da oltre 10 anni, la spesa per i libri scolastici continua ad aumentare. Quello dei tetti di spesa è solo uno dei tanti interventi che in questi anni si sono succeduti per tentare, senza successo, di dare una spallata al caro libri: testi gratis o in comodato d’uso, inviti a un aggiornamento moderato delle edizioni e delle “adozioni” da parte dei docenti, spinta verso la digitalizzazione e l’autoproduzione dei contenuti.
Sui testi gratis, proprio il Ministero ha inviato una nuova comunicazione per ricordare che il fondo destinato all’acquisto dei libri scolastici per le famiglie meno abbienti ha raggiunto nel 2024 un totale di 137 milioni di euro. Il Mim ha sottolineato come i 133 milioni previsti dalla legge di bilancio del 2023 siano stati incrementati di ulteriori 4 milioni grazie al decreto-legge 160 del 2024.
Un potenziamento del fondo che non si ferma al 2024. È infatti già previsto un ulteriore aumento per gli anni successivi: 4 milioni in più nel 2025 (per un totale di 137 milioni anche l’anno prossimo) e 6 milioni di euro aggiuntivi sia nel 2026 che nel 2027, portando così la dotazione a 139 milioni di euro.
Tradotto in percentuali, si tratta di un incremento del 3% per il 2024 e il 2025, che salirà al 4,5% nel 2026 e 2027.
Secondo il Ministero, questi stanziamenti sono più che sufficienti a compensare gli aumenti dei prezzi dei libri di testo applicati dagli editori negli ultimi anni, che – come ricordato dall’AIE (Associazione Italiana Editori) – sono rimasti ben al di sotto del tasso di inflazione.
Un intervento che punta a garantire a tutte le famiglie, anche quelle in difficoltà economica, l’accesso al materiale scolastico, contribuendo a tutelare il diritto allo studio.
Come accedere al fondo del Ministero
Ma che cos’è questo fondo e come funziona? Il "Fondo per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo" è un'iniziativa del Ministero dell'Istruzione e del Merito volta a supportare le famiglie meno abbienti nell'acquisto dei libri di testo per gli studenti. Le risorse del fondo, incrementate anche per il 2025, sono destinate agli alunni delle scuole dell'obbligo e agli studenti delle scuole secondarie superiori che soddisfano determinati requisiti di reddito.
Il fondo per l’acquisto dei libri di testo è un sostegno economico pensato per garantire l’accesso allo studio a studenti appartenenti a famiglie con redditi medio-bassi. È destinato a chi frequenta le scuole dell’obbligo (elementari e medie) e le scuole secondarie superiori, inclusi licei, istituti tecnici e professionali.
Ogni anno, le risorse stanziate dal Governo vengono ripartite tra le regioni, che a loro volta le distribuiscono ai Comuni o direttamente alle scuole. Il beneficio si traduce nella fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo agli studenti che ne hanno diritto.
Per accedere al fondo è necessario presentare una domanda e rientrare in determinati parametri di reddito, calcolati in base all’Isee. I criteri precisi possono variare da regione a regione, ma in genere si rivolgono a nuclei familiari con Isee al di sotto di una certa soglia stabilita annualmente. Anche le modalità di richiesta e le tempistiche dipendono dalla regione di residenza. Solitamente, la domanda deve essere presentata online tramite i portali istituzionali delle Regioni o dei Comuni
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