Traffico di alcol etilico spacciato per disinfettante: era usato per produrre bevande in laboratori illegali

Maxi operazione della Finanza di Treviso contro il contrabbando di alcol. Scoperto un traffico di 120 mila litri, evasi 1,4 milioni di euro. Due indagati

Il camion sequestrato dalla Finanza
Il camion sequestrato dalla Finanza

Le Fiamme Gialle del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Treviso, coordinate dalla Procura, hanno smantellato un’importante rete di contrabbando internazionale di alcol etilico, al termine di una complessa attività investigativa finalizzata alla tutela del mercato legale e alla repressione delle frodi in materia di accise.

L’operazione, avviata nei mesi scorsi, ha portato alla denuncia di due persone – uno di nazionalità polacca e uno italiana – e al sequestro di un autoarticolato e di 24 mila litri di alcol etilico di contrabbando, per un’evasione di accisa e Iva stimata in circa 1,4 milioni di euro. Complessivamente, l'indagine ha ricostruito l'importazione illecita di oltre 120 mila litri di alcol.

Il prodotto, proveniente dalla Polonia, veniva introdotto in Italia attraverso i valichi di frontiera nelle province di Gorizia, Udine e Trieste e destinato a diverse località del Sud Italia, tra le province di Napoli e Reggio Calabria. Per eludere i controlli, l’alcol veniva scortato da documentazione fittizia che ne qualificava falsamente la natura come “liquido disinfettante”, stratagemma utilizzato dai contrabbandieri per evitare le verifiche delle pattuglie stradali della Guardia di Finanza, preposte al monitoraggio della circolazione di merci sottoposte ad accisa.

Il punto di svolta investigativo è avvenuto lo scorso febbraio, quando i finanzieri hanno intercettato un autoarticolato al casello autostradale di Venezia Est, all’interno del quale sono stati scoperti 24 mila litri di alcol etilico. Il sequestro ha innescato una più ampia attività di intelligence e indagine operativa, che ha visto coinvolti anche i Reparti della Guardia di Finanza di Frosinone, Casalnuovo di Napoli e Aversa.

Le successive perquisizioni, eseguite tra le province di Frosinone, Napoli e Caserta, hanno riguardato le sedi di ditte e le abitazioni di persone italiane coinvolte nella filiera illecita. In parallelo, gli inquirenti hanno svolto accertamenti tecnici, tra cui l’analisi dei tabulati telefonici e la consultazione della banca dati V.I.E.S. (Vat Information Exchange System), che hanno permesso di ricostruire una lunga serie di trasporti illeciti precedenti.

L’inchiesta ha infatti consentito di documentare l’ingresso in Italia, secondo lo stesso schema fraudolento, di altri 96 mila litri di alcol etilico, camuffati anch’essi come disinfettante e destinati fittiziamente a un’azienda della provincia di Caserta formalmente dedita alla commercializzazione di prodotti ortofrutticoli.

Secondo le ipotesi investigative, l’alcol così importato sarebbe stato utilizzato per la produzione abusiva di bevande alcoliche – tra cui whisky, grappa, limoncello, gin e vodka – in laboratori clandestini non sottoposti ad alcun tipo di controllo igienico-sanitario o fiscale.

L’operazione presenta significative analogie con l’azione “Special Alcole”, condotta nel luglio 2024 sempre dal Gruppo di Treviso, che aveva portato alla denuncia di 20 persone (di cui una arrestata), all’accertamento di un’evasione di accise e Iva per oltre 11,5 milioni di euro e al sequestro di tre laboratori illegali tra Foggia, Napoli e Caserta.

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