La crema solare progettata dall’intelligenza artificiale: la cura della pelle guarda al futuro

Il progetto Cushop dell’Ictp sviluppa filtri UV ecologici per proteggere la pelle e salvare i mari. Finanziamento europeo da 150 mila euro per il team guidato da Ali Hassanali

Giulia Basso

L’estate 2025 sarà ricordata come quella in cui l’Ia ha iniziato a prendersi cura della nostra pelle. Mentre milioni di bagnanti si spalmano le classiche creme solari sotto l’ombrellone, nei laboratori dell’Ictp di Trieste Ali Hassanali, ricercatore senior dell’istituto, ha appena ottenuto 150 mila euro dall’Europa per sviluppare filtri Uv completamente ecologici, progettati dall’intelligenza artificiale. Per risolvere due problemi in un colpo solo: l’aumento dei casi di melanoma e i danni che le attuali creme solari provocano agli ecosistemi marini.

Il suo progetto, denominato Cushop, combina algoritmi di Ia generativa con esperimenti in laboratorio per creare molecole organiche capaci di assorbire i raggi Uva e Uvb con un’efficacia mai vista prima.

«Speriamo di sviluppare modi più sicuri e sostenibili per proteggere la pelle dalle radiazioni dannose, riducendo al contempo l’impatto ambientale», spiega Hassanali, che da oltre un decennio studia l’interazione tra molecole organiche e luce. Il ricercatore, 45 anni, di origine tanzaniana, rappresenta lo spirito internazionale dell’Ictp.

Ha conseguito il dottorato in biofisica all’Ohio State University nel 2010. Dopo un post-doc triennale all’Eth di Lugano, è approdato all’Ictp nel 2013, dove oggi dirige il team di simulazioni atomistiche. La sua ricerca si colloca nel territorio di frontiera tra fisica, chimica e biologia, utilizzando tecniche computazionali avanzate per svelare i segreti della materia organica. Un background perfetto per affrontare la sfida delle protezioni solari di nuova generazione. Le sue ricerche si baseranno sulle conoscenze sviluppate nel corso del progetto quinquennale Hybop, da lui avviato nel 2022 grazie a un finanziamento Erc, che studia come i sistemi con legami a idrogeno interagiscono con la luce.

Cushop non è un’avventura solitaria. Il team di Hassanali, che lo scienziato definisce «una forza trainante fondamentale» per giungere a questo risultato, collaborerà con gli esperti del Laboratory of Data Engineering di Area Science Park, coordinato da Alberto Cazzaniga, e con Silvia Marchesan dell’Università di Trieste per sintetizzare e testare le molecole progettate dall’intelligenza artificiale. C’è anche una partnership con un’azienda cosmetica per esplorare le possibilità di commercializzazione. Il finanziamento permetterà di creare due posizioni di post-dottorato e di dotare l’Ictp di nuovi computer per la progettazione digitale delle macromolecole. Un investimento che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui ci proteggiamo dal sole, rendendo finalmente compatibili sicurezza della pelle e tutela dell’ambiente marino.

Cushop è uno dei 150 progetti selezionati nel 2025 dall’Erc nell’ambito del programma Proof of Concept Grants, che sostiene i ricercatori già vincitori di una borsa Erc nelle prime fasi dell’applicazione o commercializzazione della loro ricerca. La necessità del progetto è testimoniata dai numeri: i casi di melanoma sono aumentati del 3% annuo negli ultimi dieci anni, mentre le barriere coralline subiscono danni irreversibili dalle sostanze chimiche presenti nelle protezioni solari tradizionali.

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