Il convento diviso, cinque monache lasciano la clausura: «Tensioni insopportabili»
Cinque suore cistercensi hanno abbandonato il monastero di San Giacomo di Veglia dopo alcune tensioni interne e la rimozione della badessa. Il convento, noto per la produzione prosecco Docg, è ora commissariato dalla Diocesi. Ecco cosa è successo

Suor Aline Pereira, brasiliana, figlia di un nodo imprenditore dell’editoria, non è più madre abadessa del monastero cistercense di San Giacomo, a Vittorio Veneto.
Paga evidentemente le sue aperture al territorio: da ‘Il Prosecco del Monastero”, tenuto a battesimo col presidente Luca Zaia, all’ospitalità ai convegni culturale, all’apertura ad attività terapeutiche interne (e allo stesso medico di base).
Al termine di una Visita apostolica, il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha emesso ancora il 7 aprile 2025 un Decreto di Commissariamento Pontificio del Monastero dei Santi Gervasio e Protasio, della Congregazione di San Bernardo in Italia.
Dal momento della notificazione, il 21 aprile 2025, Madre Martha Driscoll, Abbadessa emerita di Gedono (Indonesia) e finora Superiora del Monastero alle Acque Salvie (Tre Fontane) in Roma, ha assunto “tutte le competenze che la normativa particolare dell'Istituto e quella universale della Chiesa attribuiscono alla Madre Abbadessa”, come informa una nota.
Sono state nominate sue Assistenti Madre Luciana Pellegatto, Abbadessa di Cortona, e la Prof.ssa Donatella Forlani, CFS.
Cosa è successo
La svolta ha comportato la fuoriuscita di almeno tre claustrali che l’altro ieri si sono presentate al Comando dei carabinieri di Vittorio Veneto per comunicare che lasciavano il monastero e si ritiravano in una casa, di cui rendevano noto l’indirizzo, senza peraltro depositare denunce o esposti per maltrattamenti, ma facendo sapere che questa loro scelta era maturata «in stato di necessità determinato da gravi vicissitudini che stanno accadendo all'interno dello stesso e che saranno in altro modo e in altra sede meglio relazionate ed argomentate».
Il cambio di guardia ha destato sorpresa in tutta la città. In diocesi si sapeva della situazione di disagio, però si attendeva il nuovo vescovo, Riccardo Battocchio, per affrontarla di concerto con i Superiori del Monastero. Oeri l’amministratore diocesano mons. Martino Zagonel, dopo aver premesso che «non è competenza della diocesi intervenire su questioni interne ad una comunità monastica», ma dell’Ordine a cui essa appartiene e, in ultima istanza, del Dicastero vaticano, ha confermato di aver ricevuto l’8 aprile una comunicazione da parte del Dicastero stesso in cui si annunciava la nomina di una Commissaria Pontificia e due Consigliere.
La commissaria
Si spiegava, nella stessa comunicazione, che il Monastero era stato “oggetto di una recente visita apostolica” e che era stata verificata “la permanenza di alcune situazioni di criticità nella vita della Comunità, relative al servizio dell’autorità e ai rapporti interni”.
“La Commissaria – si precisava inoltre - assumerà tutte le competenze che la normativa particolare dell’Istituto e quella universale della Chiesa attribuiscono alla Madre Abbadessa”. La reazione della diocesi? “Esprime piena fiducia nell’operato del Dicastero”.
Fuori, quindi, suor Aline, via le tre suore ribelli. Suor Aline era la più giovane Abadessa d’Italia. Recentemente ha dovuto affrontare gravi problemi di salute, per cui in questi giorni è a Milano. In questi anni si era fatta raggiungere dalla famiglia; i genitori avevano trovato casa a Vittorio Veneto e frequenti erano le loro visite alla comunità.
Lo stupore della comunità
Massimo Ciacchi, presidente della Cooperativa “Terra fertile”, non nasconde la sua sorpresa.
«All’interno del monastero ci occupiamo della gestione dell’orto e del prossimo giardino terapeutico. Siamo entrati fino a pochi giorni fa e abbiamo sempre riscontrato un clima molto sereno. Ci auguriamo di poter continuare quest’esperienza, perché i nostri soci trovavano appagante operare in un’atmosfera come quella monacale».
E’ delle ultime settimane l’innovativo progetto di un giardino terapeutico, a cura di Confartigianato, dedicato alla cura di soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico nel Brolo del Monastero. Un mese fa si era tenuto anche un convegno di studiosi L’iniziativa coinvolge oltre ai professionisti della manutenzione anche gli architetti e i paesaggisti di Fondazione Architettura Treviso.
Un’iniziativa inclusiva che interessa gli ospiti con disabilità della cooperativa sociale Terra Fertile che già da tempo sono impegnati all’interno del Monastero con attività educative, di inserimento al lavoro e di produzione biologica.
L'azienda Ulss 2 e la città di Vittorio Veneto hanno concesso il patrocinio. Si aspettava l’arrivo del nuovo vescovo per inaugurare il giardino.
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