Roglic contro Ayuso: al Giro d’Italia 2025 è sfida tra generazioni e ambizioni

Lo sloveno cerca il bis in maglia Red Bull Bora, lo spagnolo sogna il trono da capitano al debutto: outsider, salite e battaglie su 21 tappe tra Durazzo e Roma

Andrea Fin

La sfida per la rosa sarà un duello tra Primoz Roglic e Juan Ayuso? A rispondere alla domanda degli appassionati potranno essere solo le 21 tappe che legano Durazzo e Roma: nella folta rosa degli aspiranti al successo finale, sono senza dubbio questi i più quotati, anche se non mancano gli outsider.

La sfida a Nord Est

Una sfida tra due modi di correre e di interpretare il ciclismo ma anche, allo stesso tempo, un confronto tutto a Nord-Est, tra Veneto e Friuli. A guidare la Red Bull Bora Hansgrohe all’assalto del suo secondo successo al Giro d’Italia, infatti, sarà l’ex-pro friulano di Sacile, Enrico Gasparotto che, oltre allo sloveno Roglic, avrà a disposizione anche il colombiano Daniel Martinez già secondo lo scorso anno, l’australiano Jai Hindley, che la corsa rosa l’ha già vinta nel 2022 e il giovane Giulio Pellizzari, l’unico in grado di tenere testa in salita lo scorso anno ad un incontenibile Pogacar.

Una formazione solida, quella che comprende anche Aleotti e Moscon, che conferma la scelta del team tedesco di puntare tutto sul Giro. A pilotare dall’ammiraglia della Uae Team Emirates il giovane Juan Ayuso, per difendere la vittoria ottenuta lo scorso anno con Tadej Pogacar, troveremo invece l’esperienza del vicentino Fabio Baldato; una formazione solida quella che si affiderà a due “guardie del corpo” di lusso come Adam Yates (32 anni) e Rafal Majka (35 anni). I pretendenti al successo finale incontreranno anche le prime vere difficoltà, quelle destinate a scremare la lunga lista di coloro che sognano il trofeo senza fine.

Roglic e la regola del due

Vincitore di quattro Vuelta, due Tirreno-Adriatico, due Giri di Romandia, due Catalogna, due Paesi Baschi e due Delfinato ma solo di un Giro d’Italia: il 35enne Primoz Roglic spera di applicare la regola del bis o multipli anche alla corsa rosa. Quella targata 2025 potrebbe essere l’ultima grande occasione per lo sloveno che vanta un palmares di assoluto prestigio; in questa stagione ha corso poco per prepare al meglio, lontano da possibili imprevisti, l’assalto al suo secondo Giro. Lungo la strada ha raccolto la seconda affermazione in carriera alla Volta a Catalunya, a fine marzo, respingendo l’assalto proprio del giovane Juan Ayuso.

Ayuso al debutto

Si è parlato spesso negli ultimi mesi della voglia di Juan Ayuso di trovare il proprio spazio: il 22enne spagnolo scalpita e la Uae Team Emirates ha deciso di concedergli l’opportunità di correre il suo primo grande giro da capitano, senza l’ingombrante presenza di Tadej Pogacar.

Con cinque vittorie all’attivo in questa prima parte di stagione, tra cui il Trofeo Laigueglia e la classifica finale alla Tirreno Adriatico, Ayuso ha vissuto una primavera da grande protagonista ma il Giro rappresenta un ulteriore passo in avanti.

Outsider di lusso

Tra i nomi da tenere d’occhio per il podio di Roma figura di diritto Antonio Tiberi: il 23enne della Bahrain Victorious, quinto lo scorso anno, è chiamato a migliorare quel piazzamento con la speranza che i malanni che lo hanno costretto al ritiro al Tour of the Alps non abbiano lasciato strascichi.

C’è poi Giulio Ciccone: il 30enne abruzzese ha nella cronometro il proprio punto debole ma con le tante salite a disposizione potrebbe regalare spettacolo.

L’eterno pretedente Mikel Landa (alla sua ottava partecipazione) e il vincitore del Giro 2019, Richard Carapaz, insieme al britannico Tom Pidcock, vincitore del Giro Under 23 nel 2020, arricchiscono la rosa degli outsider di lusso.

Fari puntati poi su Lorenzo Fortunato, in grande spolvero al Romandia, sul ritorno del colombiano Egan Bernal, seppur non ancora ai livelli che lo hanno reso grande, e sugli eterni Romain Bardet e Nairo Quintana pronti a dare battaglia ogni volta che la strada si inerpicherà verso il cielo.

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