Mare Jonio, chiesto il rinvio a giudizio per l’equipaggio
La decisione è subordinata al parere della Corte di Giustizia Europea sulla scriminante di solidarietà nelle operazioni di soccorso. Tra gli imputati anche Luca Casarini, Giuseppe Caccia, Alessandro Metz

Il pubblico ministero della Procura di Ragusa ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e sette gli imputati coinvolti nel procedimento sul caso Mare Jonio, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dall’averne tratto profitto.
Tuttavia, la richiesta presentata in udienza, a cui si è associata anche l’Avvocatura dello Stato costituitasi parte civile, è subordinata a un rinvio pregiudiziale: si attende infatti il pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, previsto entro l’estate, su un punto cruciale della vicenda. La Corte dovrà esprimersi sull’estensione della “scriminante di solidarietà”, ovvero se le attività di soccorso in mare possano escludere la responsabilità penale in casi di presunto favoreggiamento all’ingresso di migranti.
Tra gli imputati figurano Pietro Marrone, comandante della nave Mare Jonio, Alessandro Metz, legale rappresentante della Idra Social Shipping (società armatrice), Giuseppe Caccia, vicepresidente del Cda di Idra e capo spedizione, Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans, nonché Agnese Colpani, medico di bordo, Fabrizio Gatti, soccorritore, e Georgios Apostolopoulos, tecnico.
Dopo la richiesta del pubblico ministero, sono intervenuti in aula i legali della difesa, che hanno chiesto l’assoluzione dei loro assistiti, ribadendo la natura umanitaria dell’intervento e sottolineando l’attesa per l’orientamento della Corte europea.
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