Mattarella a Lubiana: «Si rischia di scivolare in un baratro come nel 1914»
La visita del capo dello Stato alla sua omologa slovena nel giorno in cui 40 droni russi hanno violato lo spazio aereo polacco: «Episodio gravissimo»

Il pericolo di scivolare nel baratro di una guerra mondiale, proprio come successe nel 1914, da un lato, e dall’altro la cooperazione sempre più forte tra Italia e Slovenia che le tensioni ormai le hanno superate.
La visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla sua omologa in Slovenia Nataša Pirc Musar, la seconda in un anno, come ha avuto il piacere di sottolineare il capo dello Stato stesso, è avvenuta il giorno in cui droni russi hanno violato lo spazio aereo della Polonia e a un giorno dell’attacco a Doha da parte di Israele. Inevitabile che le guerre siano diventate centrali nelle dichiarazioni dei due presidenti della Repubblica a Lubiana dopo il loro cordiale tête à tête.
Le guerre
In particolare, ha affermato Mattarella «quel che crea allarme è che ci si muove su un crinale dal quale si può scivolare in un baratro di violenza incontrollato». Quanto avviene in Ucraina viene accentuato anche dalle «dichiarazioni minacciose del Cremlino ai Paesi europei che sono un elemento che induce all’allarme. Il rischio estremamente alto è che si scivoli in un conflitto di dimensioni inimmaginabili e incontrollabile», ha aggiunto ancora.
Il capo dello Stato ha ricordato un libro letto da ragazzo sullo scoppio della prima guerra mondiale, un momento che richiama quanto succede ora: «L’imprudenza dei comportamenti provoca conseguenze anche se non sono scientemente volute».
Un richiamo che guarda sia a est con il «gravissimo» episodio in Polonia sia a sud, con l’attacco avvenuto in Qatar: «È inaccettabile che si violi la sovranità di un Paese», afferma.
Ma d’altro canto anche quanto accade a Gaza «non è accettabile»: «una popolazione intera ridotta alla fame è una condizione che non si può accettare. Così come non si può accettare di espellere una popolazione o occupare territori in Cisgiordania rendendo impossibile una soluzione in quella regione», ha affermato Mattarella, ricordando anche «la pagina oscura del 7 di ottobre con ostaggi ancora detenuti da Hamas in maniera inammissibile».
Pirc Musar è stata ancora più netta: «Non riesco ad accettare che i droni siano caduti per caso, per un errore. Auspico che non avvengano più incidenti simili» e si è detta anche «preoccupata dell’attaco di ieri in Qatar».
L’allargamento
Entrambi hanno fatto un richiamo alla necessità di proseguire sulla strada dell’allargamento dei Balcani occidentali, affermando che Slovenia e Italia li supporteranno: «Il processo deve essere veloce, rapido e verosimile», ha detto Pirc Musar. Ma la presidente ha fatto un richiamo alle nazioni che desiderano entrare in Ue: «Il principio deve essere il rispetto dello stato di diritto».
Mattarella ha ricordato che «alcuni Paesi dei Balcani Occidentali attendono da molti anni, alcuni da un ventennio», e che sono «fondamentali per completare l’Europa» ma anche «per la nostra autonomia strategica, per la nostra difesa per la sicurezza economica e interna, per la lotta al terrorismo e ai trafficanti di esseri umani che lucrano in maniera ignobile sull’immigrazione irregolare», un accenno a quello che accade sulla rotta balcanica.
La cooperazione
La presidente della Slovenia ha sottolineato che si è trattato di «una visita amichevole che dimostra gli ottimi rapporti di vicinanza e la cooperazione su temi come energia, difesa e sicurezza». L’economia è stata un tema chiave delle discussioni bilaterali.
«L’Italia è il terzo partner commerciale con 10,2 miliardi di interscambio. È il secondo partner turistico più importante, e siamo contenti che siano in aumento gli investimenti italiani in Slovenia, soprattutto nei settori più innovativi», ha detto ancora la presidente. E Pirc Musar si è rallegrata anche della sempre più forte cooperazione con la regione Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di creare assieme alla Croazia «una regione sempre più connessa, collegata e sicura».
E anche la capitale europea della Cultura a Gorizia e Nova Gorica si è meritata una menzione speciale da entrambi i presidenti. Pirc Musar ha detto che l’evento «ha trasformato il passato doloroso in uno spazio di creatività», mentre Mattarella ha sottolineato che per lui Go!2025 è «il punto più avanzato della collaborazione» tra i Paesi.
Le comunità
Centrale il tema delle minoranze in ciascun Paese. E se da entrambi i lati del confine vengono tutelate, Pirc Musar ha auspicato il «rafforzamento dell’autonomia delle scuole slovene in Italia» con un «finanziamento stabile da garantire» su cui «c’è ancora spazio di manovra».
Un’osservazione che suona come un monito. La stampa slovena poi ha chiesto al capo dello Stato quando ci sarà un rappresentante della minoranza in Parlamento. Mattarella ha indicato che questo è responsabilità della premier, ma ha assicurato che c’è una consuetudine da sempre rispettata su questo.
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