Mangia troppe lenticchie a Natale e si lacera l’esofago, operato d’urgenza

Un uomo di 77 anni è stato salvato dopo una rarissima, e gravissima, lesione dell’esofago causata da violenti conati di vomito seguiti a un pasto abbondante. Decisivo l’intervento d’urgenza del chirurgo padovano Alberto Brolese

Malore dopo il pranzo, esofago perforato dalle lenticchie: salvato dal medico padovano
Malore dopo il pranzo, esofago perforato dalle lenticchie: salvato dal medico padovano

Un pranzo delle feste si è trasformato in una emergenza medica rarissima e potenzialmente fatale.

È successo a Trento il giorno di Santo Stefano, quando un uomo di 77 anni è stato ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale Santa Chiara. A salvarlo è stata una vera e propria corsa contro il tempo, che ha coinvolto medici, forze dell’ordine e un delicato intervento chirurgico d’urgenza durato oltre quattro ore.

La corsa contro il tempo

L’uomo aveva accusato un improvviso e violento malore nella propria abitazione, fino a perdere conoscenza. Alla base del quadro clinico, un evento tanto insolito quanto pericoloso: dopo un pasto particolarmente abbondante consumato il giorno di Natale, a base soprattutto di lenticchie, violenti conati di vomito avevano provocato una lesione dell’esofago. Parte del contenuto alimentare, anziché essere espulso, era penetrato nel torace, causando una grave infezione e un rapidissimo peggioramento delle condizioni generali.

Si tratta di una patologia eccezionale e ad altissimo rischio di mortalità, nella quale diagnosi precoce e tempestività dell’intervento risultano determinanti per la sopravvivenza del paziente.

Il medico padovano

Vista la gravità della situazione, i sanitari hanno ritenuto indispensabile l’intervento del dottor Alberto Brolese, primario dell’Unità operativa di Chirurgia generale 2 e direttore del Dipartimento chirurgico dell’ospedale Santa Chiara.

Il medico, originario di Piove di Sacco, cresciuto ad Adria e formatosi professionalmente all’Azienda ospedaliera di Padova, si trovava in Veneto per le festività natalizie, ma non ha esitato a rientrare immediatamente a Trento per seguire personalmente il caso.

L’intervento salva-vita, eseguito nella giornata di Santo Stefano, è stato lungo e complesso, superando le quattro ore. I chirurghi hanno dovuto aspirare il materiale alimentare fuoriuscito nel torace e riparare la lesione dell’esofago, evitando conseguenze irreversibili. Fondamentale anche il contributo del rianimatore Alberto Cucino e di tutto il personale sanitario coinvolto nell’emergenza.

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