Abbattimento delle rette degli asili: in Friuli Venezia Giulia aiuti alle famiglie per 107 milioni di euro
Negli ultimi quattro anni coperte oltre 24 mila domande di contributo. Fondi dalla Regione e dall’Europa, snellite le procedure burocratiche

La misura per l’abbattimento rette negli asili nido e nei servizi prima infanzia del Friuli Venezia Giulia ha coperto oltre 24 mila domande con poco meno di 107 milioni di euro stanziati dalla Regione (83,3 milioni) e dall’Europa attraverso il Fondo sociale europeo (23,4 milioni) negli ultimi quattro anni.
Numeri che certificano il successo del beneficio, ma la giunta decide ora di intervenire anche sul fronte della burocrazia, perfezionando criteri e modalità di ripartizione del fondo, così da rendere più celeri i tempi di erogazione del contributo. Nel Regolamento, inoltre, entra pure l’esclusione dall’obbligo di presentare l’Isee da parte dei genitori in situazione di vedovanza.
I requisiti
L’abbattimento rette è un intervento della Regione Fvg che riduce i costi per la frequenza di asili nido e di servizi integrativi (centri per bambini e genitori, spazi gioco e servizi educativi domiciliari) o sperimentali per la prima infanzia accreditati o in fase di accreditamento, dedicati ai bambini da 3 mesi a 36 mesi. Gli altri requisiti necessari sono residenza o attività lavorativa in regione da almeno 12 mesi continuativi di almeno uno dei genitori e il possesso di un Isee in corso di validità pari o inferiore a 50 mila euro.
Gli importi
Quanto all’intensità, il Regolamento prevede per i nuclei familiari con un unico figlio minore un importo mensile a favore delle famiglie di 310 euro per la frequenza a tempo pieno e di 155 euro per la frequenza a tempo parziale. Mentre per i nuclei familiari con due o più figli minori contemporaneamente iscritti, per il tempo pieno sono previsti 510 euro, per il parziale 255 euro.
Verso il 2025/26
La domanda per accedere al beneficio per l’anno educativo 2025/2026, al via il prossimo 1° settembre 2025 fino al 31 agosto 2026, andava indirizzata dal genitore in possesso dei requisiti d’accesso al Servizio sociale del Comune territorialmente competente nella finestra tra il 31 marzo e il 31 maggio. Nell’attesa di consolidare il dato, l’assessorato Rosolen rende disponibile una fotografia sul quadriennio 2021-2024.
Il boom del 2024
Nel 2021/22, tra nidi e servizi prima infanzia, gli uffici informano che le domande coperte sono state 5.459. Si è quindi saliti nel 2022/23 a 6.170, prima di una lieve riduzione nel 2023/24 a quota 6.017. Nell’anno educativo in corso è arrivato il record con 6.350 domande e un impegno finanziario, tra stanziamento regionale (21,9 milioni) e contributo del Fondo sociale europeo (11 milioni), di 32,9 milioni.
Il parametro Ue
«La Regione è costantemente impegnata a rendere l’accesso ai servizi per la prima infanzia più equo e inclusivo», è il commento dell’assessore Rosolen nel sottolineare, oltre all’incremento delle risorse, anche il raggiungimento «in largo anticipo» del parametro del 45% fissato dall’Unione europea per il 2030 per quel che riguarda il rapporto tra capacità ricettiva e popolazione 0-3 anni. In regione sono oggi operative 386 strutture tra nidi d’infanzia (247), servizi integrativi (82) e sezioni primavera (57), che ospitano 9.910 bambini, appunto il 45% sui 21.927 under 3 allo scorso primo gennaio.
Conciliazione vita e lavoro
«Quelli messi in campo sono provvedimenti importanti – prosegue l’assessore – per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei genitori e promuovere l’occupazione femminile. Anche la presenza delle donne nel mercato del lavoro, che registra un ulteriore incremento di 2,3 punti percentuali nel primo trimestre 2025 rispetto allo scorso anno, conferma che siamo sulla strada giusta».
Il caso dei vedovi
La delibera di ieri è servita a introdurre modifiche migliorative del Regolamento. Oltre alla questione della tempistica da snellire, l’assessorato, che ribadisce «la volontà di rendere ancora più significativo e concreto il sostegno della Regione alle famiglie», è intervenuto anche per inserire i genitori in situazione di vedovanza tra i soggetti che non dovranno obbligatoriamente presentare l’Isee nei tre anni successivi al lutto. Un esonero già previsto per Carta famiglia, Dote Famiglia e per le misure legate al diritto allo studio.
Regione attrattiva
«È emersa la necessità di intervenire per alleggerire la gestione operativa e amministrativa del procedimento di concessione, con un duplice vantaggio – spiega ancora Rosolen –: da un lato accelerare i tempi per l’ottenimento del contributo per le famiglie, dall’altro favorire una più efficiente attività da parte degli enti gestori e dell’amministrazione regionale».
Iter
La delibera, approvata in via preliminare dalla giunta, sarà ora sottoposta all’esame del Consiglio delle Autonomie locali per il parere di competenza.
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