Case Ater, in Friuli Venezia Giulia ancora settemila famiglie in lista di attesa

Sono i nuclei che aspettano un alloggio popolare in Fvg. Alle politiche abitative destinate risorse per 82,5 milioni

Pietro Tallandini
Case dell'Ater (foto Lasorte)
Case dell'Ater (foto Lasorte)

Più di 82 milioni di euro nel corso del 2024, impegno finanziario che si punta quantomeno a bissare nel 2025. È l’ammontare dei fondi stanziati in un anno dall’amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia per le politiche abitative, dalle Ater ai contributi per pagare gli affitti, dalle anticipazioni dei fondi del Pnrr al sostegno per l’acquisto e le ristrutturazione degli immobili.

A delineare il quadro economico è l’assessore a Infrastrutture e Territorio Cristina Amirante che anticipa anche una novità importante: l’avvio dell’iter di un disegno di legge, da approvare il prossimo anno, con l’obiettivo di ridefinire le politiche abitative regionali.

Fame di case popolari

La “fame” di case popolari in Friuli Venezia Giulia, del resto, si fa ancora sentire, al di là delle risorse stanziate per rispondere alle esigenze abitative, più o meno emergenziali. A dare la misura del fabbisogno è il numero di domande di alloggio presentate in Friuli Venezia Giulia: a fronte dei bandi emanati negli ultimi anni, le Ater si ritrovano a gestire quasi ottomila domande in un anno e la disponibilità di alloggi consente di soddisfarne poco più di un decimo.

Liste di attesa corpose

Il risultato è che le liste d’attesa rimangono corpose: attualmente sono poco meno di settemila i nuclei familiari, in tutta la regione, che hanno presentato domanda e stanno ancora aspettando di vedersi assegnare una casa popolare. La lista d’attesa più lunga è quella che si registra per l’Ater di Trieste con circa 2.700 domande presentate senza ottenere l’assegnazione di un alloggio, poi Udine e Pordenone rispettivamente con 1.900 e 1.600, e infine Gorizia.

Domande non valide

Non tutte le domande presentate, all’esito della valutazione, risultano valide: a Trieste, ad esempio, dal 2020 al 30 giugno di quest’anno l’Ater ha consegnato oltre mille alloggi nei diversi comuni, rispondendo al 42% delle richieste di edilizia sovvenzionata ritenute valide e, nello stesso periodo, sono state valutate come valide 2.679 (67%) domande su un totale di 4.021 pervenute. E intanto, nelle scorse settimane è arrivata la decisione di ridurre da cinque a due anni il periodo di residenza nel territorio regionale necessario come requisito per accedere all’assegnazione delle case Ater.

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L’assessore Cristina Amirante in aula

Stanziamenti importanti

Se la “fame” di case resta tanta, anche le risorse stanziate dalla Regione per le ristrutturazioni del patrimonio immobiliare Ater sono state significative. «Nel 2024, tra finanziaria e assestamenti – spiega Amirante –, abbiamo stanziato 15 milioni per il Fondo sociale Ater, che serve per ripristinare gli alloggi lasciati liberi e quelli disponibili non a norma per assegnarli tramite bando oltre a riatto, manutenzioni straordinarie e copertura delle morosità incolpevoli. Altri 10 milioni per l’edilizia sovvenzionata, ovvero progettazione, acquisizione e realizzazione di alloggi per aumentare il patrimonio immobiliare Ater. Poi, sempre per le Ater, ci sono altri 10,5 milioni di euro, inclusi nei fondi del Pnrr, che per la prima volta abbiamo anticipato noi». Per completare il quadro Ater, 840 mila euro di contributo straordinario per gli immobili degradati nel territorio triestino e 500 mila per far fronte alle morosità.

Il sostegno alle locazioni

Nel 2024 anche «14 milioni, cifra raddoppiata rispetto all’anno scorso, per il sostegno alle locazioni – continua l’assessore –, destinati ai Comuni per aiutare i cittadini che non riescono a pagare l’affitto, 7,9 milioni, 2 in più rispetto al 2023, per progetti innovativi gestiti sia dai Comuni che dal terzo settore per iniziative che rispondono a particolari esigenze abitative, ad esempio quelle degli anziani, delle giovani coppie, dei padri separati o di determinate categorie di lavoratori». «Infine – aggiunge Amirante –, altri 23,8 milioni per le agevolazioni per acquistare e ristrutturare casa (o solo per acquistarla), agevolazioni concesse in base a determinati requisiti di reddito e di età». In totale siamo a 82.540.000 euro.

«Uno sforzo economico complessivo molto alto – osserva l’esponente della giunta regionale – e che contiamo di poter riproporre anche nel 2025, con un impegno ulteriore per quanto riguarda l’edilizia convenzionata. In questo senso dovremo attendere la presentazione del programma annuale delle Ater. Intanto, sono in arrivo tre nuovi bandi per le Ater di Trieste, Udine e Monfalcone».

La nuova normativa

Ma il 2025 sarà anche, come detto, l’anno in cui vedrà la luce la nuova normativa regionale sulle politiche abitative. «Non riguarderà solo le Ater, ma anche altri soggetti, quelli del terzo settore, e i Comuni – premette Amirante –. L’idea è di lavorare su tre fasce, l’emergenza abitativa per dare una risposta immediata a chi si ritrova all’improvviso senza un tetto, fase che ovviamente deve durare poco, poi l’ambito degli alloggi sovvenzionati e del social housing, e infine, anche tramite azioni di welfare e un percorso di consolidamento occupazionale fare in modo che le persone possano rientrare sul mercato immobiliare ordinario quando sono state ormai superate le ristrettezze economiche».

«Insomma, in questo modo – rimarca l’assessore – si riuscirebbe a creare un sistema più dinamico con un effetto stimolante anche per la crescita occupazionale e del reddito. Le Ater ci hanno già presentato un piano quinquennale, ancora da approvare, che ci serve intanto per delineare l’ammontare dei finanziamenti necessari per il 2025, a cominciare dalle risorse necessarie per gli interventi sul patrimonio immobiliare. E dopo l’assestamento di ottobre le Ater saranno in grado di procedere, all’inizio del 2025, con i tre bandi a Trieste, Udine e Monfalcone per assegnare altri alloggi». —

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