Corso di medicina generale: alla prova in Fvg si presenta solo la metà degli iscritti
Alla selezione 44 candidati su 80. Le borse di studio 2025-28 in palio sono 40. Di solito, dopo l’esame, metà degli idonei rinuncia. L’allarme della categoria

Ottanta iscritti, ma solo 44 presenti e, con ogni probabilità, appena una ventina di futuri medici di famiglia pronti a iniziare il percorso. Sono i numeri del concorso per l’ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale (Ceformed) del Friuli Venezia Giulia, triennio 2025-2028, che ha messo a bando 40 borse di studio.
La prova si è svolta martedì nell’auditorium dell’ospedale San Polo di Monfalcone, in contemporanea con il resto d’Italia. I dati confermano una dinamica che da anni si ripete: solo una parte dei candidati si presenta al test e, tra chi supera la selezione, circa la metà rinuncia poi a intraprendere il corso. Uno scenario che riduce drasticamente il bacino dei mmg formati, alimentando la già nota carenza sul territorio. «Avevamo previsto questo esito e per tempo chiesto alla Regione di aprire la possibilità di iscrizione anche a chi si laureava nella sessione estiva, creando una graduatoria a parte», spiega Matteo Picerna, presidente di Trieste e vicesegretario nazionale Snami. «Si trattava di una trentina di colleghi interessati, che avrebbero potuto coprire posti altrimenti destinati a restare vacanti – prosegue –. Non si è voluto procedere per motivi burocratici legati alle scadenze del bando e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Continuando così – avverte – il corso non riuscirà mai a saturare i posti disponibili e la carenza resterà strutturale».
Le borse di studio per i mmg bandite dalla Regione sono state significativamente aumentate dal 2018 (da 20 a 40 e poi, nei trienni dal 2021-24, a 57, grazie a un finanziamento Pnrr), ma con contestuale trend in calo delle assegnazioni. «Già sappiamo che le 40 borse di quest’anno non verranno coperte, con la conseguenza di perpetuare lo stato emergenziale», incalza ancora Picerna.
L’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, in risposta, condivide la preoccupazione, ma rimanda al livello nazionale: «Non è un problema nuovo, lo conosciamo da tempo. Del resto, i soldi e gli incentivi, che pure abbiamo previsto nell’Accordo integrativo regionale condiviso lunedì a Udine, sono importanti, ma non bastano. La vera svolta sarebbe il riconoscimento della medicina generale come scuola di specializzazione, al pari delle altre. Serve in sostanza uno specialista delle cure primarie – sottolinea l’assessore –, con la stessa dignità formativa degli altri specialisti. Solo così la professione può diventare attrattiva».
Riccardi osserva che nel medio periodo il numero complessivo di medici non sarà più un problema («La curva tra entrate e uscite si sta invertendo»), ma avverte che «senza la ricollocazione dentro un percorso di specialità vera, continueremo ad avere difficoltà di attrazione verso la medicina di famiglia».
Quanto alla mancata apertura del concorso ai neolaureati estivi, l’assessore spiega che «si è trattato di un vincolo burocratico che non ha consentito deroghe», ricordando comunque che in passato la Regione aveva cofinanziato borse aggiuntive.
Tornando all’Air, su cui per la prima volta tutti i sindacati sembrano disponibili alla firma, anche Picerna, dopo i colleghi dello Snami Vignando e Nardo, promuove il testo: «Un passo positivo, soprattutto per le tutele legate a maternità, genitorialità e condizioni di fragilità dei professionisti, ma la vera sfida sarà rendere le Case di comunità luoghi di cura reale e utili al cittadino, sfruttando al meglio le risorse del Pnrr. Un’occasione irripetibile per tutti».
Soddisfazione arriva anche dalla Fimmg nazionale. «L’Air del Fvg valorizza il medico di famiglia, mette in campo leve organizzative utili a rispondere alla domanda di prossimità e rende più sostenibile la presa in carico dei cittadini. È la dimostrazione che quando la politica regionale e i sindacati si parlano con responsabilità, i risultati arrivano», dichiara il segretario generale Silvestro Scotti, evidenziando come la firma riporti il tema al banco di prova nazionale: «Come fatto in Fvg, dal presidente Massimiliano Fedriga, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, ci aspettiamo lo stesso impegno e un impulso chiaro e immediato all’Atto di Indirizzo propedeutico al prossimo Accordo collettivo nazionale». —
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