Dai sindacati della Rai Fvg l’Sos sulle lingue minoritarie
Audizione in V Commissione (Cultura), spunta la proposta di una governance modello Bolzano. Roberti perplesso sulla richiesta di fondi regionali: «Non c’è trasparenza da parte dell’azienda»

Se si guarda a quanto sta facendo il servizio pubblico per la programmazione locale e dunque la tutela delle lingue minoritarie in Friuli Venezia Giulia più che “mamma” la Rai pare essere una matrigna.
Almeno stando a quanto è emerso lunedì nell’aula del Consiglio regionale durante un’audizione dei sindacati del servizio pubblico, sia dei giornalisti che dei tecnici di produzione e dei programmisti-registi in V Commissione consiliare (Cultura).
Pochi i finanziamenti e troppi i carichi di lavoro per i giornalisti, inadeguata la strumentazione ma soprattutto la potenza di rete che non permette la trasmissione del segnale audio e video in qualità paragonabile a quelle delle reti generaliste. E sono a rischio pure le teche Rai della sede di Trieste e il suo patrimonio risalente anche agli anni Trenta.
I sindacati supportati dall’Ordine dei giornalisti hanno presentato un documento in cui tracciano una via d’uscita positiva per cittadini e lavoratori sulla base delle leggi di tutela delle minoranze e degli spiragli aperti nel nuovo contratto di servizio, chiedendo aiuto – anche in termini di fondi – alla Regione.
Un’alleanza in V Commissione si è profilata tra la rappresentanza sindacale dei programmisti e dei giornalisti Rai e i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. L’idea? Bussare a Roma e chiedere un servizio pubblico di qualità anche per il friulano con tanto di notiziario in video e radio, guardando anche oltreconfine per tutelare minoranza di lingua tedesca e di lingua italiana in Slovenia e Croazia in un’ottica di network. Come? La proposta presentata dai sindacati è di chiedere con forza («ma questo lo deve fare politicamente la Regione») una governance come quella che ha la Provincia autonoma di Bolzano.
L’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, ha ascoltato e promesso di valutare la proposta – 120 le pagine del documento – sugli aspetti tecnici. Ha però avanzato pesanti riserve per quanto attiene la richiesta di 1 milione di euro di stanziamento dalle casse regionali per far partire la macchina, suggerendo che la Rai riesca ad essere più mamma a Roma perché matrigna in Friuli con le convenzioni siglate con Trieste. «Il tema non sono le risorse messe a disposizione, ma il fatto che questi fondi non sono spesi in modo adeguato. Noi volevamo un comitato che analizzasse in modo dettagliato i conti ma ci è stato concesso solo un comitato di monitoraggio, ci hanno risposto picche avanzando il problema del segreto industriale della Rai», ha detto. Gelo sulla richiesta di ulteriori fondi da Arlef (l’Agenzia regionale per la lingua friulana) e dal segretario della Skgz, Livio Semolič. Ma la governance modello Bolzano, hanno spiegato i sindacati Rai, permetterebbe di superare questo aspetto dato che include una vigilanza sui fondi.
Intanto in Consiglio la dem Manuela Celotti sottolinea che la partita «rappresenta una delle sfide sulle quali si giocherà il peso del Friuli», Laura Fasiolo (Pd) la coincidenza con Go!2025 e l’opportunità di perseguire un servizio pubblico transfrontaliero. Serena Pellegrino (Avs) ha pure suggerito un’alleanza con le province autonome di Trento e Bolzano per fare massa critica. Roberto Novelli (Fi) ha ricordato il suo impegno da parlamentare sul tema e quanto la Regione si è già spesa per il servizio in friulano: «Quando si parla ai dirigenti Rai di minoranze è come se si parlasse di fisica pura a un bambino di sei anni, non gli interessa nulla».
Sempre in tema Go!2025, Fasiolo ha ricevuto risposta dall’assessore Roberti a un’interrogazione sulla sospensione di Schengen coincidente con l’iniziativa borderless. L’esponente della giunta ha spiegato che le condizioni globali di tensione si sono aggravate e altri Stati hanno scelto la chiusura, pertanto non ci sono condizioni di riaprire i confini ma le forze dell’ordine opereranno con criterio per non rovinare la festa.—
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