Lavoro dipendente in Friuli-Venezia Giulia: cresce la stabilità nel primo trimestre 2025

Gli avviamenti sono stati 53.632, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (+0,4%) ma in crescita significativa rispetto al 2019 (+12,4%), anno che segnava l’inizio degli effetti della pandemia

Il mercato del lavoro dipendente in Friuli-Venezia Giulia mostra segnali positivi nel primo trimestre 2025. Gli avviamenti sono stati 53.632, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (+0,4%) ma in crescita significativa rispetto al 2019 (+12,4%), anno che segnava l’inizio degli effetti della pandemia.

A trainare la ripresa sono i contratti a tempo indeterminato, che tra gennaio e marzo raggiungono quota 9.855 (+4,2% su base annua, +1% rispetto al 2019). In crescita anche le stabilizzazioni, che superano le 6.800 unità (+8,7%).

“Nonostante le incertezze economiche e geopolitiche, cresce il lavoro stabile, soprattutto tra donne e giovani, anche in settori storicamente più flessibili come turismo e terziario, oggi più vivaci della manifattura. Questa evoluzione riflette diversi fattori, tra cui una domanda di lavoro ancora superiore all’offerta: per attrarre e trattenere personale, le imprese probabilmente stanno offrendo migliori condizioni di impiego”.

Il saldo tra assunzioni e cessazioni si attesta a +17.000, in miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2024. Il mese di gennaio è stato particolarmente positivo: +5,7% le assunzioni totali, +10,4% quelle a tempo indeterminato, +20,9% le stabilizzazioni.

A marzo si rileva un rallentamento. La manifattura mostra ancora segnali incerti: crescono le assunzioni totali (+4,2%), ma calano quelle a tempo indeterminato (-1,2%) e le stabilizzazioni (-4,5%). Il settore resta comunque caratterizzato da una maggiore stabilità contrattuale (indice di stabilità al 23%, contro una media regionale del 13,5%). Sorprendono invece i settori del turismo e del terziario: nel turismo, le assunzioni complessive calano (-8,9%), ma il tempo indeterminato cresce del +17,9% e le trasformazioni del 30%.

Per quanto riguarda il genere, crescono le assunzioni complessive tra gli uomini (+5,4%), mentre calano tra le donne (-5,5%). Tuttavia, nel lavoro stabile si inverte la tendenza: le donne segnano +7,9% nei contratti a tempo indeterminato e +11,9% nelle stabilizzazioni, superando i dati maschili. Anche i giovani (15-24 anni) mostrano segnali positivi: +12,5% nelle assunzioni a tempo indeterminato e +21,7% nelle stabilizzazioni.

Tuttavia, rappresentano ancora solo il 10% degli avviamenti stabili. Forte la crescita anche per la fascia 55-64 anni (+23% tempo indeterminato, +21,5% stabilizzazioni). In sofferenza i 25-34enni, per cui calano le assunzioni stabili (-1,3%), nonostante un buon incremento nelle stabilizzazioni (+12,9%).

In generale, l’indice di stabilità (rapporto tra assunzioni a tempo indeterminato e totali) resta più basso per le donne (12,8%) rispetto agli uomini (14%), ma le distanze si stanno riducendo. Le differenze più marcate si osservano per età: la fascia 45-54 anni mantiene il livello di stabilità più alto (oltre il 18%), mentre i 25-34enni restano il gruppo più fragile (circa 12%).

“Le tendenze del primo trimestre indicano una fase di ripresa e consolidamento del lavoro stabile. Evidentemente i datori di lavoro hanno interesse a mantenere o aumentare gli organici. Proprio per questo, un ruolo importante lo stanno giocando anche i servizi pubblici per l’impiego, che supportano le aziende nella selezione del personale e attraverso incentivi mirati alle assunzioni.” conclude Corvino.

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