Il monito di Carbone (Dia): «Il Fvg non è al riparo da infiltrazioni mafiose»

Lo scorso anno ben 2.262 segnalazioni di operazioni bancarie sospette. Il direttore della Dia: «Monitorare gli appalti»

Roberta Mantini
Il direttore della Dia Carbone a Trieste (Bruni)
Il direttore della Dia Carbone a Trieste (Bruni)

«L’intero territorio del Friuli Venezia Giulia non è al riparo dall’infiltrazione delle mafie». Lo ha dichiarato sabato pomeriggio il direttore della Dia, generale di corpo d’armata Michele Carbone, durante l’incontro per sensibilizzare la cittadinanza organizzato in piazza Unità dalla Prefettura di Trieste, in collaborazione con tutte le forze armate, la Regione Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste.

L’argomento forte e poco percepito sul territorio non è stato declinato con una lezione didattica sul cosa fare o non fare, ma attraverso un dialogo tra diversi rappresentanti delle istituzioni che hanno voluto raccontare ai cittadini il fenomeno e soprattutto fornire delle informazioni utili a riconoscerlo. «Con questo incontro vogliamo fare una prevenzione anticipata – ha detto il prefetto Pietro Signoriello –: fare cogliere che le mafie sono un fenomeno globale». In particolare proprio la posizione geografica di Trieste, come indicato dal direttore della Dia, merita particolare attenzione: «È una porta d’ingresso per alcuni criminali di origine straniera. Kosovari, georgiani o cinesi».

Anche sui finanziamenti pubblici che sono arrivati e stanno arrivando in questa regione bisogna vigilare: «Circa 3 miliardi del Pnrr – ha ricordato il direttore della Dia –, dai lavori al Porto all’attuazione del progetto dell’alta velocità». Ci sono alcuni indicatori sulle possibilità di infiltrazione in regione, ne fa un esempio lo stesso direttore della Dia: «Nel 2024 le segnalazioni di operazioni sospette da parte del sistema bancario, sono risultate in aumento rispetto al 2023. Sono state 2.262 e i due terzi si sono registrati a Trieste e a Udine».

Per proteggere questo territorio Patrizia Castaldini, procuratore della Repubblica a Trieste e procuratore distrettuale antimafia, si dice «fermamente convinta che sia molto importante sensibilizzare sulla cultura della legalità fin da subito i ragazzi, oltre che le persone adulte, perché in una realtà come questa dove si vive bene, non si ha la percezione dell’illegalità e della criminalità organizzata, è necessario essere informati su quello che sembra che magari non c’è, ma che potrebbe anche arrivare».

Castaldini spiega come «ci siano dei reati spia, che ci inducono a ritenere ci sia un potenziale inserimento della criminalità: estorsioni e usura di cui, per quanto mi consta, vi è stato un aumento notevole proprio sul territorio triestino». Costante inoltre il monitoraggio sugli appalti: «Mi pare – osserva – che ci sia un’attenzione molto virtuosa da parte della Regione».

L’assessore Fvg Pierpaolo Roberti ha infatti ricordato tra le azioni messe in campo dall’ente per il contrasto alla criminalità organizzata «lo strumento informatico Giga Fvg per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose negli appalti e i protocolli di collaborazione stipulati con le forze dell’ordine».

E proprio alle istituzioni si è affidato Vittorio Petrucco, presidente della Icop Spa di Basiliano, che ha raccontato di «non aver avuto difficoltà a dire no al tentativo di ricatto» subito. C’è stato un momento di reazione, ha aggiunto Petrucco, poi «mi sono reso conto che non avevo né la competenza né la forza di affrontare la situazione, di cavarmela da solo e ho ritenuto utile avere l’aiuto delle istituzioni». Petrucco si è rivolto alla Dia permettendo un’operazione che ha portato all’arresto di esponenti della ’ndrangheta calabrese. «Se mi ritrovassi nella stessa situazione denuncerei ancora».

Riproduzione riservata © Il Piccolo