Screening oncologici in Fvg: entro la fine del 2023 il recupero dell’arretrato causa Covid

I ritardi sul 2022 dovuti al Covid superati per oltre la metà nel primo semestre del 2023. Restano ancora da eseguire entro dicembre 7.241 mammografie e 9 mila test alla cervice

Marco Ballico
L’assessore regionale alla Salute Riccardi (a destra) con il direttore generale di Asugi Poggiana
L’assessore regionale alla Salute Riccardi (a destra) con il direttore generale di Asugi Poggiana

TRIESTE Il ritardo provocato dal Covid, inevitabilmente, ha riguardato anche gli screening oncologici, dossier di primaria importanza per la prevenzione. In tempi di pandemia, il lockdown della primavera 2020 e le successive restrizioni, durate per almeno un altro anno e mezzo, hanno determinato una poderosa frenata.

Nel “Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa per l’anno 2023”, si chiarisce però che la rincorsa si sta completando. «Al netto dell’inclusione degli interessati alla campagna del 2023, non si rilevano screening di primo livello da recuperare rispetto a quelli non erogati al 31 dicembre 2021», è la premessa. In sostanza, si è tornati a regime. Con un ritardo sul 2022 che è stato recuperato per oltre la metà nel primo semestre di quest’anno.

Delle 19.700 prestazioni arretrate allo scorso 31 dicembre per quel che riguarda le mammografie, ne restano 7.241, già programmate entro dicembre. E così per lo screening cervice: 18 mila test non erogati a fine 2022, di cui 9 mila recuperati a giugno, il rimanente nei prossimi mesi. Nel dettaglio, per lo screening mammografico e per quello cervice uterina è stato programmato il recupero via lettera entro il 31 dicembre 2023 delle donne non contattabili via telefonica nel secondo semestre 2022 e primo semestre 2023, con raggiungimento della gestione in linea delle attività entro il 31 dicembre 2023. Mentre per lo screening colon retto (contatto via lettera) non ci sono stati ritardi nel 2022 e non ne sono previsti nel 2023.

Nel capitolo prevenzione rientra anche la campagna sull’epatite C, con tanto di lancio, a fine aprile, del presidente della Regione Massimiliano Fedriga, che si è sottoposto all’esame del sangue utile a individuare il virus nella sua fase silente, così da poter intervenire con una cura non invasiva, preservare l’integrità del fegato e ridurre complicanze e mortalità.

Nel sito di Arcs, l’Azienda regionale di coordinamento per la Salute, si informa che lo screening per l’epatite C è un programma a cui si accede gratuitamente, offerto ai residenti nati tra il 1969 e il 1989, ai soggetti seguiti dai SerD e alle persone detenute negli istituti penitenziari e nelle Rems. L’obiettivo è appunto rilevare la positività all’infezione e avviare i pazienti al trattamento, evitando in tal modo complicanze quali le malattie epatiche ed extraepatiche e impedendo nuove infezioni.

Lo screening si effettua concretamente tramite un test ematico o salivare ed è prenotabile attraverso il call center (dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19 e il sabato dalle 8 alle 14 al numero 0434/223522), le farmacie abilitate e gli sportelli Cup delle Aziende sanitarie Fvg. Gli interessati ricevono una lettera d’invito oppure possono effettuare il test in occasione degli accessi alle strutture (ricovero ospedaliero, intervento in day hospital, visita specialistica, accesso ai laboratori del Ssr) o a seguito di indicazione da parte del medico curante, del farmacista o dell'infermiere. L’esito può poi essere visualizzato anche tramite il Fascicolo sanitario elettronico. In caso di positività, il soggetto viene contattato per la visita dal personale del centro specialistico dell’azienda sanitaria di riferimento.

m.b.

Riproduzione riservata © Il Piccolo