Spaccio di “Coca” al bar La Carrozza: 8 condanne e 1 assoluzione. Le pene da 4 a oltre 6 anni

La sentenza del Gup De Vincenzi, con rito abbreviato per gli imputati. La vicenda a seguito dell’operazione “Asterix” condotta dalla Polizia

 

Laura Borsani

Otto condanne e un’assoluzione, con giudizio abbreviato, per 35 anni e 8 mesi di pene complessive, variabili da 4 fino a oltre 6 anni. È quanto ha disposto il Gup del Tribunale di Gorizia, Fabrizia De Vincenzi, una sentenza molto severa nell’ambito del procedimento legato al “giro di cocaina” ricondotto al bar “La Carrozza”, in pieno centro a Monfalcone, ritenuto una «centrale dello spaccio». Nella vicenda sono stati implicati per lo più persone di origine dominicana, oltre a un italiano. I fatti si collocano tra ottobre 2023 e giugno 2024. Una sola assoluzione, dunque, quanto alle condanne, la pena di 4 anni ha riguardato di fatto 5 imputati. La sentenza è stata pronunciata a fine luglio, il giudice s’è riservato 70 giorni ai fini del deposito della motivazione. Nello specifico l’esito per le singole posizioni, fatta salva l’assoluzione nei confronti di S.G.E., con la formula “per non aver commesso il fatto”, difesa dall’avvocato Franco Crevatin. La pena più alta, 6 anni e 3 mesi, è stata inflitta a S.M., con multa di 21.167; 4 anni e 8 mesi per R.J. (21.334 euro) e C.D.M.M. (20 mila euro); per F.J.C. sono 4 anni e 1 mese (18 mila euro). La pena di 4 anni è stata disposta nei confronti di F.A., T.C.R.S., H.S.E.R. e P.R.J. (17.334 euro di multa ciascuno). È stato un processo molto articolato, rispetto al quale per ulteriori due posizioni il Gup aveva disposto lo stralcio, quindi con percorso giudiziale separato. Da qui i 9 imputati a fronte appunto del rito abbreviato. Le difese avevano richiesto l’assoluzione per i propri assistiti, o quantomeno tenendo conto della “lieve entità” del reato in ordine alla detenzione a fini di spaccio di stupefacenti (Dpr 309 del 1990). E all’esito della sentenza, hanno già preannunciato ricorso in Appello, non prima comunque di leggere le motivazioni del Gup.

L’indagine della Polizia del Commissariato di Monfalcone, ultimata nel giugno 2024, si era concentrata sul bar gestito da due fratelli dominicani. Allora era scaturito l’arresto di 7 cittadini, per lo più sempre originari della Repubblica Dominicana. Altre misure erano seguite, a fronte di provvedimenti cautelari restrittivi. L’operazione battezzata “Asterix”, che aveva coinvolto anche la Polizia di Gorizia, aveva messo in campo diverse attività investigative, tra le quali il posizionamento di telecamere all’interno del pubblico esercizio. Stando alle ipotesi di accusa, si trattava di approvvigionamenti consistenti di cocaina. Le cessioni, per lo più all’interno del bar, avvenivano anche in zone del territorio. Intanto, si prospettano gli appelli. «Faremo ricorso alla Corte d’Appello – ha detto l’avvocato Mauro Serpico, del Foro di Treviso –. La condanna è molto pesante, mentre ritengo che l’attività di spaccio andasse riqualificata in ragione di vendite al dettaglio, con cessioni quindi al singolo consumatore». In linea l’avvocato Pasquale Fabio Crea (Treviso), che ha rilevato «l’assenza dell’elemento probatorio». Così l’avvocato Massimo Bruno: «È una sentenza severa, mi riservo di leggere le motivazioni, tuttavia intendo fare appello perché gli argomenti proposti dalla difesa sono stati disattesi e dovranno essere valutati diversamente». Per l’avvocato Antonio Cattarini «la pena è molto elevata rispetto alle eventuali condotte attribuite al mio assistito per le quali, lette le motivazioni, chiederemo una riduzione in Appello». L’avvocato Elisa Moratti ha argomentato: «Si prende atto della decisione del giudice dell’udienza preliminare e ci si riserva fin d’ora di valutare ogni azione da intraprendere, anche per l’impugnazione della sentenza una volta che saranno depositate le motivazioni». Soddisfatto invece l’avvocato Franco Crevatin: «La sola assolta è stata la mia assistita. È motivo di particolare compiacimento professionale per una decisione che non era scontata, tanto più che il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 4 anni».—

 

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