Barcolana a Trieste, il grande ritorno della festa di popolo

TRIESTE. Violinisti che suonano sull’acqua, velisti che si librano in cielo davanti al bacino San Giusto come acrobati, un vascello di legno bellissimo come le navi dei pirati che guarda dall’alto in basso le altre barche. E una marea di gente, tanta gente, turisti e amanti della vela venuti da lontano. Sulle Rive nel pomeriggio bastava stare fermi e quella fiumana ti trasportava fino alla fine del Villaggio senza muovere praticamente le gambe storditi dagli odori e dal fumo della carne alla griglia. Neanche a Pamplona per la festa di San Firmino, dove ti mollano dietro i tori, s’infiamma così la festa. Benvenuti a Barcolana-city che da venerdì sera si è impossessata della città al punto da costringere i vigili urbani a stravolgere la viabilità. Nella parte bassa, la città sembrava sul punto di scoppiare, locali tutti pieni, gente in fila per un panino di porcina e di salsiccia. Una botta di vita per Trieste e anche tanti soldi che sono entrati nelle casse grazie alla maxi regata e alle sue attrazioni.
Certo il meteo questa volta ha dato una grossa mano ai “barcolaners”, molti al Pedocin e al Cedas hanno approfittato per fare il bagno, ma c’era anche un’atmosfera da ”liberi tutti” dopo due anni di restrizioni dovute alla pandemia, anche se il Covid è ancora dietro l’angolo. La Barcolana del popolo, quella più sanguigna, è quella che si consuma in banchina il venerdì e il sabato quando sono tutti ormeggiati quasi in piazza Unità, tutti intenti a stappare bottiglie. I più cupi? I velisti da podio, troppo presi da meteo e strategie per godersi questo clima. Per i Benussi, per esempio, la Barcolana è come il Palio. Contrada Barcola vince sempre.
Riproduzione riservata © Il Piccolo