Il granchio blu nei piatti dei 9 maestri alla Barcolana Sea Chef

Al mattino la combattuta regata vinta da De Pra, in serata la sontuosa cena con 160 ospiti
Isabella Franco

Come da pronostico, la nona edizione della Barcolana Sea Chef ha appagato le elevate aspettative. Non poteva essere diversamente con una parata di nove chef stellati e la cornice onirica della Castello di San Giusto.

Tra i tanti eventi sportivi e di approfondimento della Barcolana numero 55, non mancano certo le occasioni mondane ma, quella andata in scena ieri sera per circa 160 fortunati ospiti, è di certo la più gustosa, con le portate memorabili degli chef che avevano archiviato lo spirito competitivo messo in campo, in regata, al mattino.

La tradizionale sfida in mare si è svolta con un vento favorevole, quattro equipaggi composti ciascuno da due chef e altrettante atlete. Ad avere la meglio, come in tutte le ultime edizioni, è stato Davide De Pra che ha sfidato i colleghi con la guida sicura delle pluricampionesse Alice Linussi e Lisa Vucetti. De Pra avrebbe dovuto veleggiare con Tomaž Kavčič che, sfortunatamente, sulla linea di partenza ha avuto un lieve infortunio e ha dovuto rinunciare.

L’ensemble di nove artisti della cucina, orchestrati dagli chef padroni di casa Matteo Metullio e Davide De Pra e da Emanuele Scarello, hanno compensato con le loro creazioni culinarie la complicazione di dover gestire la cena in piedi.

Equilibrato e armonico il menu, ancorché suggestionato dalle differenti provenienze regionali degli chef, con una concessione modaiola data la presenza in due dei piatti proposti del famigerato granchio blu, sublimato nelle portate di Tomaž Kavčič e Metullio&De Pra. Impossibile scucire ai partecipanti una preferenza netta sulle proposte culinarie, mentre c’era sintonia totale sulla qualità e un giudizio positivo equanime sulle scelte gastronomiche. Gli ospiti – velisti, giornalisti e “vip” nostrani - a loro agio nelle due sale dell’ex Bottega del vino e decidere se dedicarsi alla fantasmagorica Minestra di mare con frutta e verdura di stagione di Marianna Vitale, alla Seppia con ricotta e maiale del siciliano Cuttaia o ascendere agli astri, davvero in senso lato, assaporando la Tartare di tonno con bagna cauda del tristellato Cerea. Mettendo da parte la doverosa imparzialità, una nota di merito per aver pensato alla sostenibilità va ai “nostri” Emanuele Scarello, che è riuscito a sublimare le patate di Godia con erbe di mare come la salicornia, la mertensia e il finocchio e gli chef Metullio e De Pra che hanno presentato un piatto dal sentore autunnale grazie ai funghi affumicati che si accompagnavano con delicatezza al granchio blu trattato come la gracievola. Apprezzato anche il piatto di Caterina Ceraudo, mentre Non c’è dubbio che molti avranno fatto il bis del magnifico Atlas, il dolce a base cacao, caffè e sherry impreziositi da zafferano e mandorla di Gianluca Fusto. Il piacere del fine dining è stato accompagnato da quello della musica, con la performance del "Duo Tony e Katy” e dagli abbinamenti dei vini, Prosecco doc, Villa Russiz, La Roncaia e Livio Felluga.

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