A Trieste i 5 Stelle Fico e Pignedoli «per il reddito europeo»

L’ex presidente della Camera con l’europarlamentare a Trieste in un dibattito su diritti e lavoro: «Meloni subisce l’austerità Ue». All’incontro anche la Cgil
Giovanni Tomasin
Un momento dell’incontro al Knulp di Trieste. Al centro del tavolo dei relatori l’ex presidente della Camera Roberto Fico, alla sua sinistra l’europarlamentare Sabrina Pignedoli. Foto Lasorte
Un momento dell’incontro al Knulp di Trieste. Al centro del tavolo dei relatori l’ex presidente della Camera Roberto Fico, alla sua sinistra l’europarlamentare Sabrina Pignedoli. Foto Lasorte

Il reddito di cittadinanza europeo è la proposta-bandiera con cui il Movimento 5 Stelle, in questa sua ultima incarnazione progressista, si rivolge all’elettorato europeo del Nord Est, ove è in crisi di radicamento.

È per raccontare la proposta che il parlamentare Roberto Fico è tornato ieri a Trieste, città in cui l’ex presidente della Camera ha vissuto i suoi anni universitari. Assieme alla europarlamentare Sabrina Pignedoli, si è rivolto a un pubblico di militanti e simpatizzanti nel locale Knulp del centro cittadino, in un dibattito che ha visto la partecipazione del segretario provinciale di Cgil Massimo Marega.

Prima dell’incontro Fico si ferma a scambiare delle battute con la stampa. Sul tema delle alleanze dice: «Si deve costituire un fronte progressista dove, per il Movimento 5 stelle, il Pd rimane un interlocutore privilegiato. Ci sono tanti luoghi del nostro Paese, come Napoli o la Sardegna, dove governiamo insieme, e altri dove è più difficile fare alleanze, però adesso ci sono le europee e poi continueremo un discorso». Ferma la contrarietà dei pentastellati al premierato che, spiega Fico, indebolisce un parlamento già troppo debole innanzi a un governo già troppo forte. L’ex presidente della Camera non fa pronostici sui possibili risultati del M5s alle europee: «Non ne abbiamo mai fatti e mai li faremo. Sappiamo che se si lavora duro come stiamo facendo poi i risultati arrivano».

A incontro iniziato, Pignedoli ha introdotto il tema della giornata, quello del reddito di cittadinanza europeo. Delle modalità si può discutere, ragiona, ma alla base c’è il poco riconosciuto diritto alla sussistenza: «Il problema oggi è che spesso la povertà è vista come una colpa del povero, come se non si desse abbastanza da fare. Il reddito universale è invece una filosofia della distribuzione della ricchezza». L’urgenza di ripensare questi temi, conclude, deriva dagli sconvolgimenti che le intelligenze artificiali potrebbero avere sul lavoro: «La redistribuzione deve riguardare anche chi lavora. Diminuzione dell’orario a parità di salario».

Fico parte da un appello al voto per le europee, «lì si prendono scelte che poi interessano tutti», e dalla critica all’operato del governo Meloni.

L’esecutivo, spiega, è privo di peso in merito alle politiche di austerità subite «per tantissimi anni»: «Ora i patrioti e sovranisti che promettevano di combattere contro tutti in Europa non hanno detto una parola sull’approvazione di un patto di stabilità che noi non avremmo mai accettato, e neanche Meloni dall’opposizione».

Le tre parole chiave del Movimento per queste europee, dice Fico, sono «pace, reddito universale e transizione ecologica». Quanto al reddito, l’ex presidente della Camera parte dai principi: «Ogni persona che nasce senza nulla, o con poco, o che perde il lavoro, deve essere sostenuta dallo Stato e dall’Europa». I «costi sociali», argomenta, sono molto superiori a quelli del reddito.

Interviene poi Marega. Il sindacato mostra, pur dando priorità «all’universalità del diritto al lavoro e delle tutele che esso comporta», di simpatizzare con i ragionamenti pentastellati sul reddito: «Il reddito di cittadinanza in Italia ha avuto il grande merito di dare dei mezzi alle persone. Se guardiamo ai Paesi dove è stato introdotto, come in Danimarca, vediamo che sono state fatte delle scelte. Come si recuperano risorse? Sono scelte fiscali. Un ragionamento da fare in un Paese dove l’85% dell’Irpef lo pagano lavoratori e pensionati». Il sindacalista chiama infine a raccolta poi sui referendum per il lavoro della Cgil.

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