Giulio Regeni, il popolo giallo sfila a Fiumicello invocando giustizia
Il corteo per le vie del paese a sette anni dalla scomparsa del ricercatore. L’intervento di Tajani alla Camera: «Faremo di tutto per eliminare gli ostacoli»

TRIESTE Ieri Giulio Regeni avrebbe avuto 35 anni, 35 come le fiaccole che hanno illuminato la piazza principale di Fiumicello, il suo paese. Dal giorno della sua uccisione in Egitto, avvenuta dopo atroci torture, sono trascorsi esattamente sette anni. Sette anni senza Giulio. Sette anni senza verità e giustizia per Giulio. Per questo, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani durante il Question time a Montecitorio poche ore prima dell’avvio della fiaccolata di Fiumicello, «serve una collaborazione più fattiva da parte da parte delle autorità egiziane, a cominciare dalla notifica degli atti di citazione, ma non possiamo prescindere dal dialogo».
Al silenzio dell’Egitto Fiumicello ha risposto parlando di diritti. Lo ha fatto in mattinata nelle scuole delle scuole, lo ha ribadito in serata sfilando in piazza e lungo le vie del paese. Braccialetti gialli ai polsi, cartelli appesi agli alberi, parole come «pace», «coraggio», «speranza» e «futuro» impresse sui cartelloni: nell'anniversario della scomparsa del giovane ricercatore, il popolo giallo si è dato appuntamento in Friuli, per stare al fianco della famiglia Regeni nel giorno che ricorda la sua scomparsa.
Il 25 gennaio 2016, alle 19.41 Giulio inviò il suo ultimo sms da Il Cairo. Poi di lui non si ebbero più notizie. Fu rapito, torturato e ucciso. Il suo cadavere fu ritrovato qualche giorno più tardi, il 3 febbraio. Ieri sera, come ogni anno da sette anni, una «camminata dei Diritti» silenziosa lungo le vie del paese anticipa la fiaccolata in piazza e il minuto di raccoglimento alle 19.41. Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio, hanno partecipato al corteo - organizzato con il Governo dei Giovani - dietro lo striscione «Verità per Giulio Regeni».
Con loro la sorella di Giulio, Irene, l'avvocato Alessandra Ballerini e l’ex presidente della Camera Roberto Fico, da sempre in prima linea nel chiedere verità e giustizia per Giulio. «Stiamo cercando di andare avanti. Faremo di tutto per non fermaci - dice il papà Claudio -. Ci auguriamo che qualcuno delle istituzioni possa aiutarci ad andare avanti e trovare una chiave per iniziare finalmente il processo».«Sette anni senza Giulio sono tanti - ha aggiunto Paola Deffendi, mamma di Giulio -. «Siamo stufi e offesi, in questi giorni soprattutto. Leggo che si fanno accordi bilaterali, si fa il patto con il diavolo. Noi - ha aggiunto - non vogliamo strade a nome di Giulio, perché le targhe sono fatte per chiudere il discorso. Vogliamo risposte».
Nel pomeriggio la stessa richiesta, come detto, era risuonata nell’aula della Camera. Lì Tajani, di recente in visita in Egitto, ha assicurato che l'Italia «farà di tutto per eliminare gli ostacoli». «Continueremo - ha aggiunto - a monitorare quanto l'Egitto farà in futuro, vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Non c'è giustizia senza verità».
Il gruppo parlamentare del Pd indossa il braccialetto giallo. Il segretario, Enrico Letta, invoca verità in un tweet. «Il ministro non ci ha soddisfatto nella risposta - afferma Debora Serracchiani -, non ci ha chiarito se la collaborazione che l'Egitto intende dare all'Italia riguarda anche il procedimento giudiziario. E non ci ha detto cosa intende fare il Governo italiano rispetto agli strumenti messi a disposizione dalla Convenzione internazionale contro la tortura. Non va bene, vogliamo che questo Governo si impegni di più e che lo faccia presto. E che non si dimentichi di Patrick Zaki, che è ancora ingiustamente trattenuto in Egitto». «Quello che dico come ex presidente della Camera è che le parole di Al Sisi non valgono niente - avverte Fico - , il Governo non sia ingenuo».
Il processo iniziato al Tribunale di Roma è al momento sospeso. Non è stato possibile notificare gli atti del processo alle quattro persone, appartenenti ai servizi segreti de Il Cairo, accusate dalla Procura di essere gli autori dell'omicidio. La famiglia attende risposte. Il popolo giallo vuole verità e giustizia.
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