Basket, l’Italia è campione d’Europa U20: l’orgoglio di Francesco Nanni, assistente azzurro e tecnico di Trieste
«Coesione, intensità e un pizzico di incoscienza: così abbiamo vinto». L’allenatore triestino racconta il percorso verso l’oro e guarda già alla prossima stagione con la Pallacanestro Trieste

È una medaglia d'oro che riporta l'Italia al vertice del basket europeo quella conquistata dalla nazionale Under 20 domenica a Heraklion, in Grecia, in una finale dominata contro la Lituania. Nello staff tecnico che ha riportato gli azzurri sul gradino più alto del podio, dodici anni dopo Tallinn 2013, c'è anche Francesco Nanni, il tecnico della Pallacanestro Trieste che è stato prezioso assistente di coach Alessandro Rossi.
In questi europei gli azzurri non partivano con i favori del pronostico, quali sono stati i fattori che hanno permesso all'Italia di raggiungere il gradino più alto del podio?
«Coesione, unità di intenti e un pizzico di sana incoscienza. Ci siamo accorti, sin dai primi giorni del raduno a Domegge, che questo era un gruppo che stava bene assieme. Per noi dello staff tecnico l'obiettivo minimo era rientrare tra le prime otto (non accadeva dal 2018 ndr) i ragazzi hanno sempre puntato più in alto. Con quell'entusiasmo giovanile tipico della loro età: per fortuna hanno avuto ragione».
C'è stato un momento specifico del torneo che ha percepito come la "svolta"?
«Probabilmente la partita persa contro la Germania. Potevamo vincerla poi, una volta finiti sotto nel punteggio, abbiamo sciupato il possesso per portarla all'over time. E' arrivata una sconfitta (l'unica di questo europeo ndr) ma è stata una battuta d'arresto utile perchè ci ha costretto a pensare. Era mancata quell'intensità difensiva dalla quale non potevamo prescindere per pensare di essere competitivi. Lo abbiamo capito, siamo tornati in campo con il giusto atteggiamento e nel match successivo contro l'Ucraina, proprio ritrovando le nostre qualità, siamo partiti 27-5».
Ogni vittoria ha dietro un percorso fatto di sacrifici e sfide. Potrebbe raccontarci l'ostacolo più grande che la squadra ha dovuto affrontare durante il torneo?
«Sicuramente la partita giocata contro Israele. Ci siamo ritrovati sotto di 14 all'intervallo e siamo scivolati sotto anche di 19. Poi, sulle ali di quella ferma determinazione e convinzione di cui parlavo prima, i ragazzi sono riusciti a risalire, rimontare e vincere».
Qual è stata la prima emozione, o magari il pensiero più forte, che le è passato per la testa quando l'ultima sirena ha sancito la vittoria?
«Gioia incredibile e la soddisfazione di aver regalato qualcosa di importante al mio paese. Rappresentare l'Italia è un motivo di orgoglio, qui poi abbiamo dato un senso a tutto il lavoro che questo gruppo ha fatto centrando un risultato che rimarrà nella storia. Ne parlavo prima di questi Europei con Michele Ruzzier che, nel 2013 assieme a Stefano Tonut, questo torneo lo aveva vinto. Ancora oggi, pur avendo avuto una carriera importante, quel risultato lo considera come uno dei momenti più belli della sua carriera. Lo stesso vale per me».
Assieme a Nazareno Lombardi di Verona è stato l'assistente di coach Rossi in questa avventura europea. Qual è stato il suo contributo specifico nella preparazione tattica o nella gestione delle dinamiche di gruppo durante il torneo?
«Ci siamo trovati a lavorare in un ambiente super organizzato, con una cura del dettaglio incredibile. Aspetto fondamentale in un'avventura nella quale i tempi per preparare le partite erano molto limitati. Io mi sono concentrato nella presentazione delle dinamiche offensive e difensive delle avversarie, Lombardi curava più l'aspetto individuale. E' stato un lavoro intenso e frenetico, nel quale la maturità dimostrata dai nostri giocatori è stata fondamentale».
Archiviato l'impegno con l'Italia under 20 è pronto a rituffarsi nella stagione di Trieste?
«Pronto, carico e desideroso di ricominciare per mettere in pratica le cose che ho imparato qui in nazionale».
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