Pallacanestro, Spanghero: «Il big match tra Trieste e Trento è una sfida fra due belle sorprese»
Il playmaker Marco Spanghero ex di Trieste e Trento analizza
la gara di sabato: «Biancorossi e Dolomiti possono restare in alto»

Da Rieti, dove sta vivendo la sua ultima stagione in esilio prima di riavvicinarsi a casa, Marco Spanghero vive da spettatore interessato la vigilia di Trento-Trieste, big match di una settima giornata che sabato 9 novembre, alla "It Quotidiano Arena" di via Fersina, metterà in palio il primato in classifica.
A Trieste è nato e ha mosso i suoi primi passi della carriera, a Trento ha giocato per tanti anni e ha deciso di vivere costruendo con Francesca una bellissima famiglia che si è allargata con l'arrivo della piccola Camilla. Tifoso di entrambe le squadre, osservatore neutrale di una sfida che promette scintille opponendo le due realtà che, assieme all'altra neopromossa Trapani, stanno giocando la miglior pallacanestro di questa serie A.
«Mi aspettavo di trovarle nel gruppo di formazioni all'inseguimento, assieme a Trapani, Venezia e Tortona, di Olimpia Milano e Virtus Bologna e invece le ritrovo ai primi posti della classifica. Con grande merito, va detto: credo che in questa prima parte della stagione sono le squadre che, in assoluto, hanno mostrato le cose più interessanti di questo campionato. Un'idea di gioco chiara, una gestione del gruppo ben definita, una spiccata identità e chimica di squadra sin dalla prima giornata».
LE CARATTERISTICHE DI TRIESTE
«Jamion Christian ha in mano un quintetto che fa paura- sottolinea Marco - credo che a livello di starting five siano poche le squadre che possono reggerne l'urto. Colbey Ross è un top player assoluto, Valentine ha un passato nell'Nba che parla per lui, Markel Brown ha fatto sfraceli sia lo scorso anno a Napoli che due anni fa a Varese. Sotto poi ha due super giocatori come Uthoff e Brooks. Uthoff mi piace tantissimo, può giocare in ruoli diversi e giostrare anche da esterno, Brooks è rinato rispetto alle stagioni di Venezia ed è in assoluto l'ago della bilancia di questa squadra. In più escono dalla panchina giocatori italiani che possono incidere e fare la differenza. Ruzzier lo conosciamo, hanno finalmente capito come far giocare Candussi, Campogrande, Bossi e Deangeli possono essere utili e dare una mano».
IL LAVORO DI GALBIATI
Nel primo posto di Trento e nell'imbattibilità di una squadra che sembra non avere punti deboli c'è senza dubbio la mano del tecnico italiano. «La bravura del coach- l'analisi di Spanghero- è consentire ai suoi giocatori di sbagliare. Lo vedo soprattutto con i giovani, Ellis e Niang stanno in campo e crescono. Poi è chiaro che in queste sei vittorie consecutive c'è la forza di un gruppo importante. Contro Milano ma anche nel match di coppa vinto contro Badalona, l'impatto di un collettivo che non si arrende mai è stato fondamentale. Lamb e Ford sono due nomi importanti, gli altri americano e Zukauskas sono giocatori di livello. Ma come per Trieste, più che il valore dei singoli, sta facendo la differenza la forza del collettivo».
Trento e Trieste dureranno fino alla fine? «Domanda da un milione di dollari- conclude il play-maker triestino- Se mantengono questo livello di gioco direi che non vedo perchè non dovrebbero mantenersi a questi livelli. Sono e saranno avversarie scomode per tutti coloro vorranno confrontarsi al vertice della classifica. In una stagione particolare, nel corso della quale Milano e Bologna, per motivi diversi, non dominano come ci si potrebbe aspettare, credo ci possa essere spazio anche per qualche sorpresa».
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