La Pallacanestro Trieste brava e fortunata: attesa per l’infortunio di Sissoko

Reggio ha buttato via il match contro una Trieste mai doma. Sissoko, infortunio al ginocchio: lunedì il responso degli esami

Guido Roberti
La grinta di Juan Toscano-Anderson (foto Francesco Bruni)
La grinta di Juan Toscano-Anderson (foto Francesco Bruni)

Chi vince festeggia, chi perde spiega: è una delle leggi non scritte dello sport. E sabato, al termine della sofferta vittoria casalinga della Pallacanestro Trieste contro la Unahotels Reggio Emilia, il coach ospite Priftis due cose sulla sconfitta della sua squadra ha diligentemente cercato di spiegarle.

Qualche riflessione critica, nonostante una vittoria che mette due preziosi punti nella cassaforte biancorossa facendo respirare la classifica, dovrebbero farla anche nel quartier generale biancorosso. Perché oltre a quel “a volte è meglio essere fortunati che bravi” che è stato il leit motiv della conferenza stampa dopo partita, la prestazione avrebbe meritato un’analisi più approfondita da parte di Israel Gonzalez e Michael Arcieri.

La Pallacanestro Trieste vince all’overtime contro la Reggiana: finisce 92-82
(fotoservizio Francesco Bruni)

Lentezza e problemi strutturali

Per lunghi tratti sul parquet del PalaRubini si è infatti palesata una squadra spenta, senza idee chiare in attacco e clamorosamente vulnerabile in difesa. I quintetti sono apparsi scollegati, privi di quell’intensità che dovrebbe essere il marchio di fabbrica di una formazione costruita per puntare in alto. Può bastare la reazione finale per cancellare tutte le perplessità di un match giocato sotto tono? La risposta sta nella logica delle cose perché non si può vivere di soli sussulti emotivi.

Affidarsi unicamente al carattere per mascherare i problemi strutturali di gioco e di approccio è qualcosa che alla lunga non può pagare. La sensazione è che, arrivati quasi alla fine del girone d’andata, la Pallacanestro Trieste sia ancora ostinatamente alla ricerca della propria identità.

La forza di un gruppo coeso

La parte di bicchiere rimasta piena racconta di un gruppo coeso che, nel momento più difficile, ha avuto il grande merito di non staccare la spina restando connessa con il match. E nel momento in cui la sconfitta sembrava inevitabile, con un lampo di orgoglio e tanto carattere ha costruito la sua rimonta.

Venti secondi, poco più, di pura adrenalina, nei quali gli errori dell’avversaria si sono sommati alla ritrovata lucidità triestina. Jarrod Uthoff, con le sua lucida follia, ha indicato una strada che i compagni di squadra hanno seguito capitalizzando ogni possesso fino all’aggancio e al sorpasso finale.

Emergenza Sissoko

A rendere il quadro più complesso si aggiunge la preoccupazione per l’infortunio al ginocchio occorso al pivot Mady Sissoko. Nonostante la squadra abbia stretto i denti e sia riuscita a vincere anche in sua assenza, la sua uscita dal campo getta un’ombra sul futuro immediato. Sissoko è l’unico centro di ruolo nel roster e la sua potenziale assenza prolungata costituirebbe un problema strutturale che costringerebbe la società a mettere mano al roster. Lunedì visita ed esami approfonditi, si attendono notizie dalla società.

Prossima fermata Varese

Con la corsa per la qualificazione alle final eight di coppa Italia che entra nel vivo, il match di domenica prossima a Masnago ha sicuramente un peso specifico notevole. Varese non sarà solo un esame sulla tenuta mentale della squadra, ma anche una cartina al tornasole per capire se il carattere mostrato nel finale può tradursi in una ritrovata continuità di gioco. La corsa per la Coppa è lanciata e Trieste è chiamata a dimostrare di saper essere “brava” oltre che “fortunata”.

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