Top 500 a Trieste: così le imprese affrontano l’emergenza demografica

La terza tappa del ciclo di incontri promossi da Nord Est Multimedia si svolge alla stazione marittima

Piero Tallandini
(foto Andrea Lasorte)
(foto Andrea Lasorte)

«Il Pil regionale del Friuli Venezia Giulia è cresciuto dello 0,5%, in linea con lo 0,7% del dato nazionale, e le esportazioni sono salite del +0,2%, segno di un’economia comunque in sostanziale stabilità».

È quello che emerge dall’analisi delle top 500 imprese delineata da Alice Giacomelli, ricercatrice della Fondazione Nord Est, intervenendo nella sala Oceanica della stazione marittima, in occasione della tappa triestina di Top 500, il ciclo di incontri dedicato alle imprese organizzato da Nord Est Multimedia, il gruppo che edita il portale ilNordEst.it e sei quotidiani del territorio, tra i quali Il Piccolo, e Pwc Italia. “Ridisegnare il futuro. Le imprese e l'emergenza demografica” il tema al centro dell'evento.

«I settori più performanti – ha spiegato Giacomelli – sono quello dei servizi alle imprese (+12,5%) e la filiera delle costruzioni (+12,4%) che è stata sostenuta dagli investimenti del Pnrr. Meno performanti il settore acqua, gas ed energia (-26 %) che ha risentito dell’elevata volatilità dei prezzi delle materie prime, apparecchiature elettroniche (-9,7%) e siderurgia (-8,9%). Porti e logistica, filiera delle costruzioni e servizi alle imprese hanno aumentato la redditività». L’82% delle imprese ha chiuso in utile e per il 2025 la previsione indicata da Giacomelli è di una crescita del Pil regionale dello 0,4%.

Ad accendere il dibattito sul tema dell’emergenza demografica e dell’attrattività è stata la rettrice dell'Università di Trieste Donata Vianelli rimarcando l’importanza di far incontrare il mondo della formazione con quello delle aziende: «Stiamo aumentando l’attrattività dell’università cercando di portare qui i migliori studenti dall’Italia e dall’estero che entreranno poi nel mercato del lavoro. Parte fondamentale di questa attrattività sono le imprese con le quali abbiamo costruito un dialogo costante. E le imprese stesse riconoscono la preparazione dei nostri studenti».

Il confronto ha coinvolto poi Manuela Braiuca, chief financial officer di Autamarocchi che opera in un settore in cui l'età media è sempre più elevata («il 56% degli autisti in Italia ha più di 50 anni – ha spiegato –, quelli che ne hanno meno di 24 sono meno dello 0,4%. Per i giovani il mestiere non ha più appeal, ma è invece qualificante e i mezzi si guidano molto facilmente. E si portano a casa più di tremila euro al mese di stipendio»), Michelangelo Casadei, general manager della business unit Motor Yachting di Groupe Beneteau che a Monfalcone dà lavoro a 200 persone, Francesca Tironi, partner di Pwc Tls Legal, Francesco Bosso, chief commercial officer di Illycaffè, e Ornella Venica Lauzzana, socia di Venica&Venica, azienda vinicola del Collio che opera con investimenti mirati a tutelare l'integrità del terreno e la biodiversità.

Un confronto allargato, quindi, al tema del ruolo della manodopera straniera, sulla scia delle polemiche a Monfalcone esplose dopo il voto unanime in Consiglio comunale di una mozione che chiede «una revisione del modello produttivo» di Fincantieri: per discuterne, a Top 500, il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti che ha evidenziato l’importanza di un ruolo della politica nel governare processi che prevedono l’impiego sul territorio italiano di manodopera straniera.

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