Triestina Calcio, le reazioni dei tifosi: «Il pericolo non è passato»

La buona notizia non cancella il passato: «Troppa sofferenza, ora trasparenza. Serve un cambio di passo»

Guido Roberti
La manifestazione dei tifosi sfilata sotto il Municipio per contestare la proprietà (Foto Andrea Lasorte)
La manifestazione dei tifosi sfilata sotto il Municipio per contestare la proprietà (Foto Andrea Lasorte)

Pericolo passato? Probabilmente si, con alcune riserve e molti punti da chiarire. Archiviata la gioia d’impeto di venerdì, concordano in molti, tra le voci del tifo organizzato, sulla necessità di aspettare per esultare e l’opportunità di inviare un segnale preciso ad una società che allo stato attuale delle cose non gode del diritto ad usare il marchio.

Sergio Marassi, presidente del Centro Coordinamento, dopo l’ennesima sudata alabardata: «Un venerdì drammatico, tra mille voci, molte non vere. Stava vincendo lo sconforto poi la gioia grande perché siamo vivi. La vera vittoria sarà con la valutazione Covisoc. Mi spaventa la rateizzazione Irpef e Inps. Sul futuro con questa proprietà temo non cambierà molto quindi auspicherei una vendita ad altri o che cambino del tutto registro perché non si può sempre arrivare in ritardo o all’ultimo momento con i pagamenti. Desideriamo un progetto, senza grilli per la testa, senza sperperare denari in maniera inopinabile».

Michele Bertocchi, Presidente del Triestina Fan Club Bar Capriccio: «Giornate intere di apprensione e non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. È una vergogna essere arrivati fino al punto di non ritorno, non meritiamo questa sofferenza e non sono in grado di prevedere quali conseguenze avrà quanto successo. Tornare come prima mi pare difficile, non è così automatico che avendo pagato sia tutto tranquillo, aspettiamo la Covisoc. Chi ci ha portato a questo dovrebbe fare un passo indietro. La fiducia non può essere quella originale. Contenti la Triestina rimanga in C ma non potremo dimenticare che per mesi i dipendenti non prendevano gli stipendi».

Raffaella Longo, Presidente TC Totò De Falco: «La paura di un ennesimo fallimento, di ripartire dall’Eccellenza o addirittura di restare un anno fermi c’è stata. La fumata bianca è stato un sospiro di sollievo ma attendiamo la Covisoc per risolvere i dubbi, la fretta è cattiva consigliera. Spero che gli errori siano stati capiti, che siano stati individuati i colpevoli di questa situazione, vuoi per inesperienza vuoi per incapacità. Mi auguro possano creare condizioni per dare la gestione sportiva a Delli Carri e per il giovanile per me Mark Strukelj è una garanzia. Auspico trasparenza, finora mancata, maggiore comunicazione e serietà nella direzione sportiva».

Matteo Reggente, della Milano Alabardata, lontano come tutti i soci oltre 400 chilometri ma vicino col cuore: «Abbiamo seguito con grande apprensione le notizie fino alla fumata rossoalabardata. Un grande sollievo, per noi sarebbe stato devastante perdere la C. Quello che chiediamo è avere una trasparenza diversa rispetto a quanto visto finora ed una gestione più oculata. Spero Delli Carri e Tesser possano accettare una ulteriore sfida ma con garanzie più solide».

Claudia Policreste infine, Presidente delle Mule Alabardate. «Il curriculum del tifoso alabardato si arricchisce ogni anno di situazioni imbarazzanti. Non può essere che dobbiamo sempre subire, oltre nelle partite, anche per l'iscrizione. C'è stato l'incubo di sparire dal calcio dopo i tanti sacrifici fatti per seguire la squadra ovunque. Era il mio compleanno, il regalo più bello è stata la notizia dell'iscrizione anche se il responso positivo Covisoc sarà quello effettivo. Non si può negare l'incompetenza gestionale societaria, si sono giocati la credibilità e lo storico marchio, mi aspetto un cambio di rotta. Una mossa intelligente sarebbe confermare chi ci ha salvati dimostrando grandi qualità, Tesser e Delli Carri, dandogli massima libertà».

Riproduzione riservata © Il Piccolo