La Triestina si ferma ancora: Brescia passa al Rocco per 0-1
La solidità dei bresciani alla fine ha pesato sulla bilancia al cospetto di un’Unione mai doma ma come sempre poco adatta a battere verso la porta avversaria

La Triestina perde l’imbattibilità al Rocco al termine di una partita viva. Sugli spalti vista la presenza di un migliaio di bresciani e di oltre millecinquecento triestini (e fuori una scazzottata pesante di cui nessuno sentiva il bisogno e che riporta l’orologio a oltre dieci anni fa). In campo c’è stato equilibrio perché l’Unione ha ribattuto colpo su colpo a una squadra costruita per competere in alto.
Scenari non immaginabili solo tre mesi fa. Per i tifosi è una magra consolazione. Poteva finire in parità visto quanto prodotto dalle due contendenti ma di solito vince o raccoglie punti chi commette meno ingenuità. L’Unione si è fatta infilare in contropiede dopo aver battuto una punizione da limite dell’area lombarda.
L’Union Brescia non si è fatta pregare e ha chiuso la partita in suo favore. Ogni sforzo fatto (anche perché a dir la verità arbitraggi e Fvs non sono mai equi con gli alabardati) da Ionita e compagni è andato in fumo, così come era successo lunedì scorso a Fontanafredda.
Due sconfitte su due sono un inizio terribile per Tesser. Ma nemmeno il tecnico dei miracoli può farli sempre. Le prestazioni ci sono, i risultati non arrivano. E non ci sarebbero ansie se non ci fossero sulla schiena di tutti quei 23 punti di penalizzazioni collezionati da una società che ha sì svoltato ma senza trovare ancora una stabilità.
Gli errori si pagano
Le interpretazioni arbitrali discutibili ci sono state anche domenica (gol di Cazzadori forse in fuorigioco, un possibile penalty su Silvestro nel finale) ma è inutile starci troppo sopra. Ci sono invece gli errori (non troppi ma pesanti) degli alabardati. Un’occasione sciupata davanti alla porta da Gunduz nel primo tempo, il contropiede del gol che si poteva evitare con maggior attenzione sono episodi che fanno la differenza.
Le assenze pesano
Senza i terzini titolari Tesser fa ancora i conti con la necessità di adattare i giocatori. Anzolin a destra è anche troppo, D’Amore centrocampista in difesa non è evitabile (ma forse si potevano invertire). Non a caso l’ingresso del convalescente ma vivace Silvestro a mezz’ora dal termine ha inciso e non poco. E poi davanti non poter schierare due punte incide sull’iper lavoro di tutti.
Eppure l’Unione riesce a contenere abbastanza bene la prima sfuriata dei bresciani. Quando non ci arrivano i difensori ci pensa Matosevic con due ottimi interventi sy Boci e Cisco.
La risposta
Dopo i primi venti minuti di forcing ospite Ionita e compagni prendono e misure. La Triestina, come vuole il suo tecnico, non rinuncia a pressare nella fase di impostazione dell’avversario. D’Urso sgobba, Faggioli corre ovunque (anche troppo), Gunduz va a strappi ma Ionita e Crnigoj presidiano con personalità la mediana. Così ne finale di frazione Faggioli trova anche il gol su assist di Ionita.
L’Fvs annulla perché in effetti la mano (anche se involontariamente) consente alla punta di aggiustarsi il pallone. Dopo 7’ però l’occasione arriva sul piede di Gunduz che da buona posizione conclude con timidezza disarmante.
Accelerazione e rete
Come prevedibile Diana carica i suoi e l’Union Brescia riparte ad alta intensità. SIlvestri e Moretti devono stringere i denti mentre la traversa della porta di Matosevic trema al 3’ su una punizione di De Francesco. Dopo 10’ di fiammata ospite l’Unione rimette la testa fuori dalla sua metà campo e Crnigoj impegna a fondo Gori con una bordata da 20 metri.
Lo stesso vorrebbe fare Ionita su piazzato ma il pallone incoccia sulla barriera, Anzolin si fa fregare il pallone e succede il patatrac: Giani si invola a sinistra e serve al centro Cazzadori che fulmina Matosevic (16’).
Finale generoso
Tesser si gioca la seconda punta con Kljajic, ma dopo pochi minuti non ce la fa più Faggioli. Entra Silvestro a destra e fa fuoco e fiamme: la Triestina schiaccia il Brescia che a quel punto si salva con il mestiere di chi la C la conosce bene. Il ko fa male soprattutto al morale ma anche a una rincorsa impossibile che si fa sempre più corta. Piangere non serve a nulla. Servono punti.
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