Triestina calcio, un simbolo centenario della città che non deve sparire
Il presidente Rosenzweig ha mandato in fumo una credibilità che gli era stata riconosciuta dalla comunità e dalle istituzioni. Se non dovessero arrivare i soldi l’Unione sparirà e potrà ripartire da molto in basso. Ma le istituzioni dovranno fare la loro parte

La stangata federale arrivata giovedì fa male anche se annunciata. Sono 14 i punti inchiodati nel corpo della Triestina e del popolo alabardato in nemmeno dieci mesi di gestione scellerata del presidente americano Ben Rosenzweig. Lui, che gestisce il fondo Lbk proprietario dell’Unione, ha mandato in fumo una credibilità che gli era stata riconosciuta dalla comunità triestina e dalle istituzioni.
Il presidente, assieme ai suoi sodali, ha fatto perdere la faccia anche alla Triestina. Perchè dietro a quei punti di penalizzazione ci sono debiti nei confronti dell’erario, degli istituti previdenziali, dei fornitori, di decine di collaboratori che hanno lavorato per l’Unione. I soldi arrivano oggi, no domani, anzi dopodomani.
È la litania stucchevole che accompagna l’agonia di un club che rappresenta e appartiene moralmente a una comunità, alla città di Trieste. I soldi sono stati scialacquati (25 milioni) da un modo di operare allegro, anzi fallimentare soprattutto del settore sportivo è cioè l’asset più importante, prima dell’arrivo a dicembre di Daniele Delli Carri.
La faccia della Triestina è stata salvata sul campo da Tesser, dai suoi giocatori e dal pubblico che li ha protetti e spronati. Ormai non c’è più tempo per trovare soluzioni alternative. Tra una settimana, alla scadenza dei termini per l’iscrizione, tutto sarà compiuto.
Se la promessa fatta dal presidente, ai suoi stessi collaboratori che hanno resistito e resistono lavorando ogni giorno, almeno per una volta sarà mantenuta, arriveranno i 5 milioni per superare l’emergenza. Ma anche sul futuro sarà obbligatorio vigilare. Se non dovessero arrivare quei denari la Triestina sparirà e potrà ripartire, non si sa quando, dal basso, da molto in basso come è già successo dodici anni fa. In ogni caso le istituzioni dovranno fare la loro parte.
Se, come dicono a ragione, Trieste è una città che sta vivendo una nuova età dell’oro lo dimostri anche verso quella realtà sportiva che da quasi 107 anni la rappresenta. —
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