Triestina, Rosenzweig valuta l’ultima offerta: svolta vicina per salvare la Serie C

Il presidente apre alla cessione: sul tavolo una proposta italiana per rilevare il club, saldare i debiti e ripartire. Decisiva la scadenza del 22 luglio con i cinque giocatori messi in mora

Antonello Rodio Guido Roberti

Il presidente Ben Rosenzweig starebbe valutando con una certa attenzione l’unica offerta interessante rimasta sul piatto per l’acquisizione della Triestina. Un’offerta che farebbe capo a un gruppo italiano interessato a rilevare la società alabardata, pagare i debiti e rimettere in linea di galleggiamento quella che al momento è una barchetta che fa acque da tutte le parti.

In sostanza l’ultima ancora di salvezza per rivedere in questa stagione l’Unione in campo. E in serie C. Secondo le ultime voci, sarebbe anche finalmente partita una vera trattativa sulla vendita, tanto che il sindaco di Muggia Polidori, particolarmente attento alla vicenda anche per la questione del Centro sportivo di Montedoro, segue con «un rinnovato ottimismo» l’evoluzione della trattativa.

È molto probabile che nell’offerta ci sia la possibilità per Rosenzweig di rimanere all’interno della società con una quota di minoranza, un fatto che potrebbe essere la chiave di volta per risolvere l’impasse. Questa apertura del presidente a prendere in considerazione l’offerta, comunque, è una novità rispetto agli ultimi giorni, nel corso dei quali aveva continuato a manifestare una chiusura quasi netta a questa soluzione.

Un cambio di atteggiamento che sarebbe anche il frutto di un pressing interno societario per trovare una soluzione entro il 22 luglio, giorno della scadenza della messa in mora dei cinque giocatori che hanno avviato la procedura (Correia, Olivieri, Tonetto, Fiordilino e Frare).

Giocatori che hanno richieste ma che costituiscono un asse portante per tentare un'impresa disperata sul piano sportivo di un club inibito ad agire sul mercato. Da quel giorno invece, per l’eventuale mancato pagamento di una sola mensilità, i cinque potranno chiedere lo svincolo al Collegio Arbitrale: ci sarebbe insomma il rischio di perdere un potenziale patrimonio da circa 2 milioni di euro.

Il tempo quindi stringe e la deadline decisiva, più che quella del primo agosto (che in caso di mancato pagamento delle spettanze di giugno porterebbe con ogni probabilità la Triestina all’esclusione al campionato) sarebbe proprio quella del 22 luglio.

Il pressing interno che evidentemente sta facendo breccia nel muro del presidente, si aggiunge a quello dell’intera tifoseria alabardata e della politica, con le istituzioni che hanno più volte spinto Rosenzweig alla vendita della società, una volta constatato che non ci sono le risorse per andare avanti. Risorse che comunque lo stesso Rosenzweig ha continuato in questi giorni a cercare in maniera autonoma, con il tentativo di coinvolgere altri investitori americani che in effetti si sono anche informati sullo stato della società alabardata.

Ma sarebbe probabilmente solo una soluzione tampone, che permetterebbe di andare avanti giorno per giorno con una squadra rabberciata che dovrebbe affrontare un campionato da meno 13, con il mercato bloccato e con l’intera tifoseria apertamente ostile

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