Addio a Gresini morto per Covid Era leggenda nel paddock

Italian Moto GP rider Marco Simoncelli (R) and his team's director Fausto Gresini arrive at Catalunya Circuit in Montmelo near Barcelona, Spain, 02 June 2011. ANSA/ANDREU DALMAU
Italian Moto GP rider Marco Simoncelli (R) and his team's director Fausto Gresini arrive at Catalunya Circuit in Montmelo near Barcelona, Spain, 02 June 2011. ANSA/ANDREU DALMAU



Fausto Gresini non c’è più. Se ne andato ieri mattina, in una stanza dell’Ospedale Maggiore di Bologna, dove era ricoverato dal 27 dicembre dopo avere contratto il Covid. Due mesi in cui ha lottato, come faceva quando era un pilota, ma questa volta non c’è stato nulla da fare. La malattia aveva minato i polmoni, negli ultimi giorni un peggioramento delle sue condizioni, infine un’emorragia cerebrale che non gli ha lasciato scampo. Un mese fa aveva compiuto 60 anni, dal suo letto rimaneva in contatto con la sua squadra, la Gresini Racing, facendo progetti per la nuova stagione e ancora più avanti. Perché Fausto nel motomondiale ha fatto praticamente ogni lavoro, tutti con successo. L’inizio in officina, da adolescente, lavorando su quelle moto che gli avrebbero dato tante soddisfazioni. Prima come pilota, nella classe 125 di cui fu protagonista per un decennio e in cui vinse due titoli del mondo, nel 1985 e nel 1987, entrambi con la Garelli. Finita la carriera, Fausto non si allontanò dal paddock e iniziò una seconda giovinezza, questa volta dall’altra parte della barricata, come team manager. Una storia iniziata nel 1997, partendo dall’alto, dalla classe regina, la 500, con Alex Barros come pilota. Fu solo il primo in una lunga lista di campioni che corsero, e vinsero, con i suoi colori. «Fausto per me è stato un papà nel paddock» lo descrive Enea Bastianini, campione del mondo in Moto2, che debuttò grazie a lui nel Mondiale. Gresini di questi figli acquisiti ne ebbe molti, condivise con loro i successi, ma dovette affrontare anche momenti terribili. Nel 2003 Daijiro Kato perse la vita a Suzuka, insieme avevano vinto il titolo in 250 due anni prima.

Nel 2011 fu invece Marco Simoncelli a incontrare il suo destino sulla pista di Sepang. Due tragedie che misero in ginocchio Fausto, ma da cui seppe rialzarsi, aggrappandosi alla sua passione. La sua squadra è sempre stata un riferimento nel paddock, Aprilia si appoggiò a lei quando fece il ritorno in MotoGp. La sua squadra correrà ancora. –

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