Alabarda, tutti di nuovo insieme 35 anni dopo

Partita al PalAzzurri di via Calvola, passerella a Valmaura e infine una serata piena di ricordi
Di Roberto Degrassi

TRIESTE. C’era una volta l’Alabarda. E per una sera, questa, ci sarà ancora. Non sarà una rimpatriata di quelle spese nella constatazione del trascorrere del tempo, tra qualche capello in meno e qualche chilo in più. Quella dell’Alabarda sarà una festa più che una celebrazione e la voglia di esserci è tale che in queste settimane ex giocatori, tecnici, tutti quelli che hanno respirato in quegli anni il mondo Alabarda, hanno dato la loro adesione. Solo due assenze annunciate e giustificatissime: Falconetti, fuori Trieste, e Alberto Tonut convocato a Milano per un’altra festa storica, gli 80 anni del primo ct azzurro campione d’Europa, Sandro Gamba.

Per il resto ci saranno tutti, per giocare a basket (dalle 17.30 sul parquet del PalAzzurri di via Calvola), per una applaudita passerella al PalaRubini prima dell’amichevole tra l’Acegas e Reggio Emilia e infine per liberare emozioni e ricordi in una serata alla Bottega del Vino. Un’occasione per riandare con la memoria a 35 anni fa, quando al Circolo Italsider di via Carducci venne annunciata la nascita della Pallacanestro Alabarda, figlia della collaborazione tra Italsider (che, venne sancito, sarebbe sopravvissuta solo a livello giovanile) e Servolana. Alla presidenza il comandante Simoncelli, gentiluomo vecchio stampo, ds Damiani, consiglieri un bel po’ di nomi storici della pallacanestro triestina (Cavazzon, Barbotti, Goruppi, Moreni, Ponton, Russo, Saporito, Zini). La foto dell’Alabarda 1978-79 mostra schierati a Chiarbola giovanotti sulla rampa di lancio (un imberbe Tonut, Sculin e Ceccotti) e colonne dell’Italsider (Palombita senior, Dalla Costa e Falconetti). A guidarli Bruno Cavazzon e il tecnico degli junior Lucio Martini. Era quello l’inizio di un’avventura che ha visto l’Alabarda tenere più che dignitosamente il campo in serie C, lanciando ogni stagione nuovi giocatori e proponendo qualche altro volto noto. L’elenco - e gli organizzatori della rimpatriata, Simoncelli junior e Carnelli in testa, hanno tenuto il conto - è lungo. Qualcuno, per dare un’idea: Forza, Floridan, Dudine, Del Ben, Renato Tonut, Giani, Cumbat, Giraldi, Colmani e quello che dopo “Tonno” si è costruito la maggior militanza ad alto livello, Fabrizio Zarotti. Ma l’Alabarda non è stata solo una bella realtà maschile. La costola femminile, griffata “Bottegone della Pelliccia” è partita dalla serie C per arrivare in A, con l’aggiunta di un tricolore allieve. Coach di quel progetto Roger Zovatto, in campo, tra le altre, Federica Tracanelli, Tamara Vecchiet, Graziella Biasi, Cristina Lagatolla. Nomi che hanno raccolto soddisfazioni anche una volta conclusasi l’era legata allo sponsor pellicciaio, Gabriella Lombardi. Se è stata la passione e la tenacia di un manipolo di dirigenti a dare vita nel settembre del 1978 all’Alabarda, è stata - al solito - la mancanza di fondi a decretarne la fine, nove anni dopo. Già una volta in precedenza l’Alabarda era ripartita dalla Promozione, costretta ad accantonare le ambizioni a causa delle ristrettezze economiche. Risollevatasi, nell’87 ha dovuto alzare definitivamente bandiera bianca. Ma si è portata dietro un canestro di ricordi. Quelli che rivivranno questa sera.

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