Armen Petrosyan, il rivale è la burocrazia

GORIZIA L’aereo per la Cina decolla mercoledì, ma Armen Petrosyan non è certo di poter partire per l’Asia. La burocrazia rischia di tenere il fighter italo-armeno a terra e di far saltare la sfida contro l’australiano Victor Nagbe. L’incontro K1-Rules in programma sabato a Henan è valido come ottavo di finale del torneo a 16 “Kunlun Fight World Max 2014”. Per lo show i promoter cinesi hanno deciso di puntare sui grandi nomi del circuito internazionale di kick-boxing e avevano quindi ingaggiato il più giovane dei Petrosyan.
Il problema però è che Armen - come anche il fratello Giorgio -, nonostante viva a Gorizia da più di dieci anni e si presenti sui ring di tutto il mondo sempre con il tricolore, è formalmente un rifugiato politico e non ha ancora ottenuto la cittadinanza. In assenza di un passaporto italiano, a ogni viaggio al di fuori dell’area Schengen, deve avviare un complesso iter burocratico ad hoc per ottenere il titolo di viaggio e ha avuto spesso difficoltà a ottenere il visto. Anche se in altre occasioni i documenti sono arrivati a ridosso della partenza, con le autorità cinesi l’impresa sembra essere più ardua che mai. L’ambasciata ha dato il via libera, ma a mancare è l’ok di Pechino che non avrebbe ancora riconosciuto il documento presentato dal fighter del Team Satori. I tempi sono strettissimi e allo stress per l’incontro si somma quello per l’incertezza della partenza.
Reduce dalla vittoria sul belga-marocchino Omar Senhaji che, nella seconda edizione della Gorizia Fight Night, gli è valsa la cintura mondiale Iska, l’allievo del maestro Alfio Romanut non si accontenta e, documenti permettendo, ora punta al torneo asiatico. La card della prima serata accoppia il cinese Zhen Zhaoyu al giapponese Nishikawa Tomoyuki, il bielorusso Sergei Zuev al cinese Jiao Fukai, il francese Dylan Salvadro all’iraniano Isa, il tailandese Aikpracha Meenayothin all’ucraino Roman Mailov, il cinese Li Zikai al russo Artem Pashporin, l’olandese Andy Souwer all’italo-marocchino Mustapha Haida e il coreano Lee Sunghyun al cinese Yi Long. Per Petrosyan il primo ostacolo non è affatto facile: Nagbe è giovane ma vanta già un record di 46 incontri e 38 vittorie (18 per ko) ed è considerato uno dei favoriti per la conquista del titolo. Oltre ad aver battuto avversari del calibro di Fabio Pinca (ai punti) e Kem Sitsongpeenong (ko alla seconda ripresa), ad aprile l’australiano ha subìto una controversa sconfitta ai punti per mano del leggendario tailandese Buakaw. A proposito di quel match, Petrosyan però osserva: «In realtà aveva vinto Nagbe, aveva massacrato Buakaw, ma come era accaduto con mio fratello Giorgio nel 2007, i giudici non hanno voluto esprimere un verdetto negativo nei confronti del tailandese». A Stoccolma, sette anni fa, i giudici decretarono un pareggio che il Team Satori non ha mai digerito. Quanto a Nagbe, l’arma più pericolosa è rappresentata dai calci. «È veloce e alza bene la gamba dietro», nota Armen che però poco si cura di questo dettaglio dal momento che, se prima non riuscirà ad ottenere il visto, mercoledì rimarrà a terra e non potrà partire per affrontare in Cina il suo avversario designato.
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