Assalto d’amore a Simoncelli

CORIANO
In tanti, probabilmente troppi, vogliono salutare Marco Simoncelli. Il piccolo paese sulla prima collina riminese dove SuperSic viveva con la famiglia «non può accogliere più di diecimila persone», ha fatto sapere il Comune con la prefettura di Rimini e ha invitato tutti quelli che vorrano venire domani per i funerali a non salire a Coriano, ma a deviare per Misano Adriatico dove, all’autodromo Santamonica, pista che Marco conosceva benissimo, sarà allestito un maxischermo per seguire la cerimonia funebre in aggiunta ai tre in allestimento a Coriano.
Intanto un video amatoriale apparso su Youtube, con le immagini dei soccorsi al centauron sulla pista di Sepang hanno scatenato polemiche accese. Soccorsi definiti «scandalosi», «completamente errati», un metodo di soccorso «preistorico» che «per fortuna in Italia non abbiamo più da molti decenni». A parte le tecniche errate usate dai soccorritori malesi, è clamorosa la caduta dei barellieri che fanno rotolare sul terreno lo stesso Simoncelli.
Ma a spegnere le polemiche provvede il padre del pilota, che assolve i soccorritori. «Marco era già morto quando è stato soccorso. Ero vicino a lui quando l’hanno soccorso - ha proseguito -, ho provato a toccargli le mani per stimolarlo, ma era già andato, non c’era nient’altro da fare, nulla sarebbe cambiato. Tutti hanno fatto del loro meglio».
La morte del giovane pilota che era difficile non trovare simpatico e che rischiava tanto, ha colpito anche chi non seguiva le corse. A Coriano, riempita di 58, il suo numero, il pellegrinaggio è cominciato da subito per tanti piccoli omaggi individuali e domani si prevede un arrivo massiccio per la camera ardente che sarà aperta questa mattina alle 9 e lo resterà fino a tarda sera nel teatro comunale, vigilia dei funerali cui parteciperanno il suo amico Valentino Rossi e Alberto Tomba, altra gloria sportiva di questa terra.
Il prologo è stato a Fiumicino dove il feretro è arrivato all’alba. A riceverlo i vertici del Coni, compreso un commosso Petrucci, e della Federmoto e un centinaio di operatori dello scalo che hanno dedicato a Marco un lungo applauso appena la bara è uscita dalla stiva dell’aereo. Poi il feretro è partito per Coriano, dove è arrivato poco dopo mezzogiorno, con il padre Paolo a seguire il carro funebre dopo il triste viaggio dalla Malesia. «Era un guerriero, voleva vincere. Forse è morto anche per quello. Se lasciava la moto...».
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