Boniciolli: Alma-Kontatto, grande match

TRIESTE. È la partita che, dopo il derby con Udine, è da cerchietto rosso sul calendario. È la partita contro la Kontatto Fortitudo Bologna di Michele Ruzzier, Luca Gandini, Stefano Comuzzo, ma soprattutto di Matteo Boniciolli. Il triestino che divide i triestini.
Boniciolli, che partita sarà quella di domani?
Un match che può essere rivelatore: chi delle due lo vince “rischia” di arrivare, sull’abbrivio, primo nella regular season.
Addirittura! Prima risposta e già sgancia una bomba?
Faccio una premessa: già nel pre-stagione, a precisa domanda della stampa, avevo risposto che le due bolognesi, Treviso, Mantova, Ravenna e Trieste erano per me tutte sullo stesso livello nella corsa alla serie A. Ognuna di queste ha avuto un suo percorso e oggi credo che il primo posto non sia ancora stato assegnato.
Come è stato il vostro, di percorso?
Abbiamo avuto una serie incredibile di infortuni, in totale abbiamo già subito 17 assenze di titolari da inizio della stagione a oggi. Per Ruzzier, in particolare, è stata una via crucis: prima i problemi muscolari, poi la frattura del perone, quindi quella del setto nasale.
E quello dell’Alma?
Ha cominciato balbettando, poi ha trovato un suo ritmo e un’identità precisa, diversa dalle altre squadre. Lo “small ball”, come dicono in America, con quattro guardie e un’ala che fa il centro, ha dato ulteriore vigore all’idea di Dalmasson, che vuole gioco aggressivo e molto pressante. E oltretutto crea difficoltà di accoppiamento agli avversari. Oggi è una squadra dinamica, aggressiva, atletica, ha un gruppo palesemente molto solido e un ulteriore importante apporto di Pecile, che aveva iniziato faticando e adesso sta giocando di nuovo una grande stagione.
L’arrivo di Legion vi ha davvero completati?
Con una sola partita giocata è un po’ presto per dirlo. Ma la sensazione che io e Comuzzo abbiamo condiviso dopo la vittoria contro Treviso è che non c’è più niente di più simile dell’arrivo di Smith a Udine, con il quale vincemmo l’A2, a quello di Legion qui ora. Legion è un giocatore dotato di una fortissima capacità di realizzare tanti punti fuori del sistema e va a inserirsi in una squadra già assolutamente pronta dal punto di visto fisico, tecnico e tattico. Lui è l’ultima tessera del nostro puzzle, che mancava e che non si trovava. Ora c’è.
E dunque, cosa vedremo in campo domani?
Credo sarà una partita durissima dal punto di vista fisico, si affrontano due squadre che della fisicità difensiva fanno una delle loro armi principali. Starà agli arbitri saperla interpretare e non sarà un pomeriggio facile per loro. L’importante è che scelgano un metro di valutazione, qualunque esso sia, e lo conservino fino alla fine. Secondo me sarà una grande partita di pallacanestro.
Ci dobbiamo aspettare sorprese tattiche, in campo?
Non credo. L’identità delle due squadre è talmente marcata che anche qualche eventuale piccolo trucco tattico che verrà presentato in campo non modificherà il tipo di partita. Non credo saranno queste cose a decidere le sorti del match.
All’andata non vide una grande Alma. Ma dalla domenica successiva i biancorossi sono diventati un’onda montante. Cosa ha determinato questo cambio di passo repentino e duraturo?
Una cosa che verifico sui miei giocatori: più vincono, più si sentono imbattibili. Acquisiscono quella self confidence, di cui parlano i giocatori Usa, che è la chiave di tutto. Dovevano assolutamente vincere con Ravenna e Forlì, in casa, e l’hanno fatto. Poi hanno vinto a Recanati in quel modo rocambolesco e la self confidence hanno iniziato a sentirla, credo. Hanno iniziato a sentirsi imbattibili e ad acquisire tutta un’altra sicurezza. Credo che il successo con Recanati, per come è arrivato, sia stato il classico episodio che fa girare la stagione. Intanto è arrivato Cittadini, la nuova proprietà ha iniziato a dare la sua impronta e una maggior sicurezza all’ambiente, c’è stato un lavoro tecnico importante che ha dato vita a una crescita fisiologica della squadra e un po’ alla volta tutte le cose si sono sistemate in modo positivo. E poi, come sempre accade ci sono episodi, fortunati o sfortunati, che possono incidere notevolmente nel trend di una stagione, indipendentemente dalla programmazione o dalle capacità dello staff tecnico, della squadra, del club. Così come negli anni scorsi Trieste non ha mai avuto la fortuna dalla sua parte, quest’anno nella positività complessiva del momento, un po’ di buona sorte ha aiutato. Proprio quella vittoria rocambolesca a Recanati è un esempio, così come affrontare Ferrara senza Bowers o Chieti reduce da una settimana travagliata per via del maltempo e del terremoto. Ma attenzione, la fortuna aiuta gli audaci e bisogna andare a cercarsela. E se arriva, non toglie niente alle capacità e ai meriti acquisiti sul campo. Nel caso di Trieste, è una squadra cresciuta ogni anno, non ha mai sbagliato una stagione e ha fatto sempre meglio della precedente. E l’Alma oggi, a mio avviso, è una delle candidate alla vittoria del campionato.
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